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lunedì 20 aprile 2020

Il paese.

Per amare il paese devi andar via. Solo così potrai apprezzare le cose a cui non  hai mai dato importanza e  conoscerne il  giusto valore.  Perché quando qualcosa ti manca ti rendi conto quanto è importante per la tua vita. E ciò vale per le persone e le cose.
Il paese è un porto sicuro  che ti dà sicurezza e fiducia nella vita.
Ritornarci, di tanto in tanto, ti rigenera e ti dà  slancio per ripartire per nuove avventure.
Il paese lo ami, comunque sia, perché lo vedi attraverso il cuore.

mercoledì 23 dicembre 2015

Confluenti

I due fiumi che secondo alcuni storici avrebbero dato origine al nome Conflenti.

giovedì 27 marzo 2014

rondini


C'è chi va
e c'è chi viene.
C'è chi sale
e c'è chi scende.
Chi si posa
e poi riprende,
chi si lancia
e l'aria fende.
Chi con volo radente
s'infila tra la gente.
Ora in gruppo
poi da sole,
in voli planati,
intrecciati,
virati.

Volo di rondini

Tra i ricordi della mia infanzia ne ho uno molto chiaro nella mente: il volo delle rondini; appuntamento fisso ogni sera all'imbrunire a San Nicola o a ra Madonna u ritu.
A quell'ora le rondini arrivavano da tutte le parti a decine, forse a centinaia, e andavano a posizionarsi sui fili della corrente elettrica. All'inizio c'era qualche piccola baruffa per conquistare un posto, poi tutte in fila si preparavano al gran finale dello spettacolo serale.


domenica 2 febbraio 2014

Monastero di Conflenti











Ai conflentesi non sembrerà vero
ma avremo anche noi un monastero
così grande, così imponente
da suscitare l'invidia della gente.

martedì 28 gennaio 2014

Ammuccia, ammuccia ca pue tuttu pare (Nascondi, nascondi; poi tutto si saprà)




Me ricuordu ca na vota a ru paise aviamu tutti quanti e ricchie tise; facie o nun  facie tuttu se sapia: si mangiavi,  si dormie o  puru si nu piritu facie.
- Oh cummà, t'aju sentutu ca stanotte te si' lamentata... chi avie?
- Eh cummari mia,  aju passatu na nottata chi un te dicu! Na sciorta, chi me vruscianu ancora e 'ntestina!
- e cumu mai?
Ieri sira m'aju mangiatu tri ficazzane e due trigne. 'un l'avesse mai fattu.
 M'anu giratu intra a panza ppe tutta a notte. E ancora tiegnu u culu chi me vruscia.


giovedì 26 dicembre 2013

Noi non siamo angeli - We are not angels - Nous ne sommes pas des anges - nosotros no somos ángeles

  Nue, un simu angili                             

  E' impressionante il numero di bambini abbandonati a Conflenti nell'Ottocento.   Nel solo 1883,  62 in sei mesi .
Ecco un brano riportato dal libro di V. Villella, Figli di Nessuno, p. 49.




mercoledì 23 ottobre 2013

'a Piula














          Da V. Butera: I segni e i sogni  - Città del sole editore

domenica 6 ottobre 2013

partenze

  Il paese delle partenze




Restiamo tutti legati al paese natio, ma spesso i ricordi che lo riguardano sono diversi. Ciò perché anche i paesi cambiano e le situazioni sono sempre differenti. Per me Conflenti, tra le tante cose, è stato il paese delle partenze. Subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, periodo in cui ero ragazzino, riprese l'esodo cominciato all'inizio del Novecento e interrotto con la Grande Guerra e durante il regime fascista. Partivano in tanti. Con un flusso continuo. Gente di ogni età: giovani, anziani, uomini, donne, bambini; intere famiglie. Quasi tutti delle condizioni sociali più umili. All'epoca, i rappresentanti delle compagnie di navigazione ( ce n'erano ben quattro) lavoravano a pieno ritmo. Il paese lentamente si spopolava e le case e le vie si svuotavano. Tutto diventava diverso. La realtà cambiava aspetto. Con quelli che partivano se ne andava un pezzo della nostra storia; per quelli che restavano la vita risultava sconvolta perché, dall'oggi al domani, finivano amori, amicizie, relazioni sociali. Ferite più o meno profonde nell'animo di tutti, per chi partiva e per chi restava, che hanno lasciato il loro segno.

lunedì 30 settembre 2013

martedì 23 luglio 2013

mercoledì 10 luglio 2013

Il mio maestro

 Si ha l'abitudine di ricordare le persone  che hanno segnato, in qualche modo,  un'epoca quando non ci sono più.
   Io voglio, invece, ricordare una persona che è ancora in mezzo a noi e che ha formato intere generazioni sia scolasticamente che umanamente.
 Era ed è ancora "Il Maestro" per antonomasia.

sabato 6 luglio 2013

Ricordo di Conflenti




Fin da piccolissima, affidata alle cure della nonna e della zia, mentre papà e mamma lavoravano ancora a Torino, trascorrevo l'estate nel luogo dove loro erano nati, a Conflenti, nel cuore dell'Appennino silano.
Quel paese adagiato su un costone di roccia in mezzo alle montagne, si trovava, dal mio punto di vista, alla fine del mondo conosciuto.

giovedì 30 maggio 2013

C'era una volta San Nicola...

Canto funebre per una chiesa

Nulla è più definitivo del provvisorio.


La storia della chiesa di San Nicola a Conflenti Superiore sembra inverosimile, purtroppo è vera.
Costruita nel Quattrocento, se non prima (i documenti ufficiali risalgono a questo secolo), la chiesa ha resistito per secoli ad alluvioni, terremoti, smottamenti e malanni vari. Ha avuto diverse ristrutturazioni; le ultime due risalgono al 1940 circa e 1950 circa. Sino agli inizi degli anni sessanta era perfettamente funzionante e ad ogni festività importante strapiena di fedeli. Lì si svolgevano battesimi, cresime, matrimoni e funerali.  Ogni tanto ospitava missionari e predicatori di grande fama. Poi il prete del tempo (don Riccardo), ha pensato bene (o male?) di rivederne il maquillage; qualche ritocchino qua e là per darle nuovo splendore. Anche gli edifici antichi hanno bisogno, di tanto in tanto, di operazioni di restyling. Roba di poco conto, da spendere poco, da fare in poco tempo e ...da fare bella figura. Velocemente fu eseguito un progetto che altrettanto velocemente fu approvato e furono stanziati i soldi per i lavori. Si traslocò in un'altra chiesa, Madonna di Loreto, dove si andò volentieri, perché il trasferimento, così ci dissero, sarebbe stato provvisorio. E noi ci abbiamo creduto. Tutti aspettavamo con ansia di rientrare al

giovedì 25 aprile 2013

25 aprile - Sfollati a Conflenti

Ricordo del bombardamento a Lamezia


Dopo il bombardamento molte famiglie  nicastresi si rifugiarono a Conflenti. Tra esse: Arcieri, Palmieri, Truzzolillo, Scalzo, Cataldi.
Alcune abitavano nella locanda di Mastro Pietro ( zona carceri).
Ecco quanto racconta il signor Palmieri (attuale proprietario  di un negozio d'abbigliamento all'incrocio tra corso Numistrano e corso Nicotera):

domenica 13 gennaio 2013

sabato 3 dicembre 2011

Via del Fiume



Via del Campo di  F. De Andrè


 

Via del Fiume


 Tra le tante vie che dal paese portano al fiume ce n’è una, chiamata in dialetto “’a via d’u Fiego”.  All’inizio di essa c’era una  fila ininterrotta di case a un piano e in una di queste, tanto tempo fa, abitava una donna che, tra le altre cose,  faceva anche la prostituta. 

lunedì 24 maggio 2010

Il fiume

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Il Fiume


‘U jume d’i Cujjienti

 Quand’ero piccolo e  frequentavo le elementari ritenevo di abitare in  un  paese fortunato perché, come ci avevo detto il maestro, i fiumi  fanno la ricchezza dei paesi. E il mio ne aveva uno, così come Vienna, Roma, Parigi,  Londra. Non mi era venuto  minimamente in dubbio  che tra fiume e fiume ci potessero essere delle differenze. Allora  per me, un fiume era un fiume; punto e basta. Poi visti  il Po, il  Tamigi, la  Senna, il  Danubio, il Nilo etc, fatte le debite proporzioni,  ho capito che il nostro, di fiume  aveva solo  il nome e che, pur  utile, la ricchezza al paese  non l’avrebbe mai portata. Fiume, certo, lo è per   avere un  suo letto, ma l’acqua, benefica o distruttrice che sia,  quasi come un gioco delle tre carte  appare  e scompare all’improvviso secondo le stagioni  o gli umori del tempo. In effetti il fiume, come il mitico Giano,  ha due volti: calmo e quasi invisibile d’estate; rumoroso  e ingombrante d’inverno. Uno di quei fiumi torrentizi, tipici del sud d’Italia, che, d’inverno, gonfiati da  violenti  temporali,  si riversano a valle  con furia travolgente,  ora ingoiando, ora rigettando tutto quanto gli si para contro;  d’estate invece, per tante vie traverse si perdono in mille rigagnoli tortuosi.