Per amare il paese devi andar via. Solo così potrai apprezzare le cose a cui non hai mai dato importanza e conoscerne il giusto valore. Perché quando qualcosa ti manca ti rendi conto quanto è importante per la tua vita. E ciò vale per le persone e le cose.
Il paese è un porto sicuro che ti dà sicurezza e fiducia nella vita.
Ritornarci, di tanto in tanto, ti rigenera e ti dà slancio per ripartire per nuove avventure.
Il paese lo ami, comunque sia, perché lo vedi attraverso il cuore.
Dialetto di Conflenti (CZ), paese calabrese situato nella zona centro-occidentale della regione.
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lunedì 20 aprile 2020
mercoledì 23 dicembre 2015
giovedì 27 marzo 2014
rondini
C'è chi va
e c'è chi viene.
C'è chi sale
e c'è chi scende.
Chi si posa
e poi riprende,
chi si lancia
e l'aria fende.
Chi con volo radente
s'infila tra la gente.
Ora in gruppo
poi da sole,
in voli planati,
intrecciati,
virati.
Volo di rondini
Tra i ricordi della mia infanzia ne ho
uno molto chiaro nella mente: il volo delle rondini; appuntamento
fisso ogni sera all'imbrunire a San Nicola o a ra Madonna u ritu.
A quell'ora le rondini arrivavano da
tutte le parti a decine, forse a centinaia, e andavano a
posizionarsi sui fili della corrente elettrica. All'inizio c'era
qualche piccola baruffa per conquistare un posto, poi tutte in fila
si preparavano al gran finale dello spettacolo serale.
domenica 2 febbraio 2014
Monastero di Conflenti
martedì 28 gennaio 2014
Ammuccia, ammuccia ca pue tuttu pare (Nascondi, nascondi; poi tutto si saprà)
Me ricuordu ca na vota a ru paise aviamu tutti quanti e ricchie tise; facie o nun facie tuttu se sapia: si mangiavi, si dormie o puru si nu piritu facie.
- Oh cummà, t'aju sentutu ca stanotte te si' lamentata... chi avie?
- Eh cummari mia, aju passatu na nottata chi un te dicu! Na sciorta, chi me vruscianu ancora e 'ntestina!
- e cumu mai?
Ieri sira m'aju mangiatu tri ficazzane e due trigne. 'un l'avesse mai fattu.
M'anu giratu intra a panza ppe tutta a notte. E ancora tiegnu u culu chi me vruscia.
giovedì 26 dicembre 2013
Noi non siamo angeli - We are not angels - Nous ne sommes pas des anges - nosotros no somos ángeles
Nue, un simu angili
E' impressionante il numero di bambini abbandonati a Conflenti nell'Ottocento. Nel solo 1883, 62 in sei mesi .Ecco un brano riportato dal libro di V. Villella, Figli di Nessuno, p. 49.
mercoledì 23 ottobre 2013
sabato 19 ottobre 2013
domenica 6 ottobre 2013
partenze
Il paese delle partenze
Restiamo tutti legati al
paese natio, ma spesso i ricordi che lo riguardano sono diversi. Ciò
perché anche i paesi cambiano e le situazioni sono sempre
differenti. Per me Conflenti, tra le tante cose, è stato il paese
delle partenze. Subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, periodo in
cui ero ragazzino, riprese l'esodo cominciato all'inizio del Novecento e interrotto con la Grande Guerra e durante il regime fascista.
Partivano in tanti. Con un flusso continuo. Gente di ogni età: giovani, anziani,
uomini, donne, bambini; intere famiglie. Quasi tutti delle condizioni sociali più umili. All'epoca, i rappresentanti delle
compagnie di navigazione ( ce n'erano ben quattro) lavoravano a pieno
ritmo. Il paese lentamente si spopolava e le case e le vie si
svuotavano. Tutto diventava diverso. La realtà cambiava aspetto. Con
quelli che partivano se ne andava un pezzo della nostra storia; per
quelli che restavano la vita risultava sconvolta perché,
dall'oggi al domani, finivano amori, amicizie, relazioni sociali.
Ferite più o meno profonde nell'animo di tutti, per chi partiva e
per chi restava, che hanno lasciato il loro segno.

lunedì 30 settembre 2013
martedì 23 luglio 2013
mercoledì 10 luglio 2013
Il mio maestro
Si ha l'abitudine di ricordare le persone che hanno segnato, in qualche modo, un'epoca quando non ci sono più.
Io voglio, invece, ricordare una persona che è ancora in mezzo a noi e che ha formato intere generazioni sia scolasticamente che umanamente.
Era ed è ancora "Il Maestro" per antonomasia.
Io voglio, invece, ricordare una persona che è ancora in mezzo a noi e che ha formato intere generazioni sia scolasticamente che umanamente.
Era ed è ancora "Il Maestro" per antonomasia.
sabato 6 luglio 2013
Ricordo di Conflenti
Fin da piccolissima, affidata alle cure della nonna e della zia, mentre papà e mamma lavoravano ancora a Torino, trascorrevo l'estate nel luogo dove loro erano nati, a Conflenti, nel cuore dell'Appennino silano.
Quel paese adagiato su un costone di roccia in mezzo alle montagne, si trovava, dal mio punto di vista, alla fine del mondo conosciuto.
giovedì 30 maggio 2013
C'era una volta San Nicola...
Canto funebre per una chiesa
Nulla è più definitivo del provvisorio.
La storia della chiesa di San Nicola a
Conflenti Superiore sembra inverosimile, purtroppo è vera.
Costruita nel Quattrocento, se non
prima (i documenti ufficiali risalgono a questo secolo), la chiesa ha
resistito per secoli ad alluvioni, terremoti, smottamenti e malanni
vari. Ha avuto diverse ristrutturazioni; le ultime due risalgono al
1940 circa e 1950 circa. Sino agli inizi degli anni sessanta era perfettamente
funzionante e ad ogni festività importante strapiena di fedeli. Lì
si svolgevano battesimi, cresime, matrimoni e funerali. Ogni tanto ospitava
missionari e predicatori di grande fama. Poi il prete del tempo
(don Riccardo), ha pensato bene (o male?) di rivederne il
maquillage; qualche ritocchino qua e là per darle nuovo splendore.
Anche gli edifici antichi hanno bisogno, di tanto in tanto, di
operazioni di restyling. Roba di poco conto, da spendere poco, da
fare in poco tempo e ...da fare bella figura. Velocemente fu
eseguito un progetto che altrettanto velocemente fu approvato e
furono stanziati i soldi per i lavori. Si traslocò in un'altra
chiesa, Madonna di Loreto, dove si andò volentieri, perché il
trasferimento, così ci dissero, sarebbe stato provvisorio. E noi ci
abbiamo creduto. Tutti aspettavamo con ansia di rientrare al
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giovedì 25 aprile 2013
25 aprile - Sfollati a Conflenti
Ricordo del bombardamento a Lamezia
Dopo il bombardamento molte famiglie nicastresi si rifugiarono a Conflenti. Tra esse: Arcieri, Palmieri, Truzzolillo, Scalzo, Cataldi.
Alcune abitavano nella locanda di Mastro Pietro ( zona carceri).
Ecco quanto racconta il signor Palmieri (attuale proprietario di un negozio d'abbigliamento all'incrocio tra corso Numistrano e corso Nicotera):
Dopo il bombardamento molte famiglie nicastresi si rifugiarono a Conflenti. Tra esse: Arcieri, Palmieri, Truzzolillo, Scalzo, Cataldi.
Alcune abitavano nella locanda di Mastro Pietro ( zona carceri).
Ecco quanto racconta il signor Palmieri (attuale proprietario di un negozio d'abbigliamento all'incrocio tra corso Numistrano e corso Nicotera):
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domenica 13 gennaio 2013
sabato 3 dicembre 2011
Via del Fiume
Via del Campo di F. De Andrè
Via del Fiume
Tra le tante vie che
dal paese portano al fiume ce n’è una, chiamata in dialetto “’a via d’u Fiego”. All’inizio di essa c’era una fila ininterrotta di case a un piano e in una
di queste, tanto tempo fa, abitava una donna che, tra le altre cose, faceva anche la prostituta.
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domenica 18 settembre 2011
lunedì 24 maggio 2010
Il fiume
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Il Fiume
‘U jume d’i Cujjienti
Quand’ero piccolo e frequentavo le elementari ritenevo di abitare in un paese fortunato perché, come ci avevo detto il maestro, i fiumi fanno la ricchezza dei paesi. E il mio ne aveva uno, così come Vienna, Roma, Parigi, Londra. Non mi era venuto minimamente in dubbio che tra fiume e fiume ci potessero essere delle differenze. Allora per me, un fiume era un fiume; punto e basta. Poi visti il Po, il Tamigi, la Senna, il Danubio, il Nilo etc, fatte le debite proporzioni, ho capito che il nostro, di fiume aveva solo il nome e che, pur utile, la ricchezza al paese non l’avrebbe mai portata. Fiume, certo, lo è per avere un suo letto, ma l’acqua, benefica o distruttrice che sia, quasi come un gioco delle tre carte appare e scompare all’improvviso secondo le stagioni o gli umori del tempo. In effetti il fiume, come il mitico Giano, ha due volti: calmo e quasi invisibile d’estate; rumoroso e ingombrante d’inverno. Uno di quei fiumi torrentizi, tipici del sud d’Italia, che, d’inverno, gonfiati da violenti temporali, si riversano a valle con furia travolgente, ora ingoiando, ora rigettando tutto quanto gli si para contro; d’estate invece, per tante vie traverse si perdono in mille rigagnoli tortuosi.
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