martedì 31 gennaio 2023

domenica 29 gennaio 2023

sabato 28 gennaio 2023

Nostalgia.

 L'ARTE DI PERDERE I LUOGHI

Penso di uscire, questa mattina, anche se fa freddo. Passo da mia sorella per salutare mamma sulla sua poltrona. Sento la sua voce che mi dice: “Non ti ’mpacciare ché è brutto tempo”. Mi avvio verso la piazza. Maria non siede più sui gradini del vicolo e non mi chiama più per recitarmi le storie di una volta. Raffaele non è più al balcone per ricordarmi le sue avventure di emigrato e di dirigente comunista, che partecipò all’occupazione delle terre. Non c’è nessuno nella strada. Il vento piange e si lamenta nei vicoli stretti con le case vuote. Rispondono i battiti di qualche finestra rimasta aperta dopo tante intemperie. In piazza non incontro nessuno, manco un cristiano, “manco un cane”.  La piazza delle feste e dei concerti, dei comizi e delle conferenze, delle nottate di amore e tradimenti, delle interminabili mangiate e delle serenate, la piazza è disabitata. All’inizio abitano ancora due famiglie del paese, alla fine c’è un edicola-tabacchi. Nella piazza vera abita soltanto una signora venuta da un paese dell’Est. Il bar, al centro, ha chiuso da poco. E da poco hanno chiuso due botteghe di generi alimentari. Dicono che qualcuno riaprirà, ma i pochi rimasti sono scettici. “Il paese muore”; “Ogni giorno chiude una casa”; “Non ci sono più negozi”; “Nessuno si accorge che tra dieci anni, defunti questi quattro vecchi, non resterà un’anima”; “Non torna più nessuno. Che dovrebbe tornare a fare”. La percezione e il dolore dell’abbandono sono molto più forti di quanto non possono restituire le statistiche e i dati demografici che pure non lasciano scampo. Ascolto, quando incontro qualcuno, queste rituali litanie e parlo poco per evitare riflessioni più disperate e apocalittiche. “Siamo in pochi e quelli che ci sono non escono mai. Soltanto per qualche festa o per i funerali”; “Il paese è tutto un funerale”; “Fossi stato più giovane, me ne sarei andato. Adesso dove vado?”; “E nessuno si rende conto”. Nel 1951 c’erano 4.200 abitanti; nel 1961 poco più di 3.000; poi un lento inarrestabile declino e oggi sono registrati poco più di 1.000 abitanti, ma i residenti veri sono molto meno di 1.000”. 


Mi sento la testa affollata di persone e di ricordi, di speranze e delusioni, di un pieno bello e vitale che è diventato vuoto e silenzioso come in un “perenne Venerdì Santo”. Non riesco ad arrivare fino alla cantina di nonno Peppe, dove adesso Vito, mio cugino ha il bar, fa un buon caffè e raccoglie alcuni degli ultimi abitanti. “Che ci faccio qui?”. “Possibile che la mia vita, dovunque sia andato, è stato sempre un costante, diverso, melanconico domandarmi e domandare che ci faccio qui?” Torno indietro per non appesantire la mia melanconia. Sconfinata nostalgia per le persone che abitavano quelle case sbarrate. Si agitano donne, uomini, bambini dal loro altrove, lontano, chissà da quale “altrove” cercano di trattenermi. Sembrano volermi rimproverare, pietosi e carichi di pena, perché non ho saputo fare qualcosa per evitare la chiusura del paese. “Adesso, almeno, non andare via, per non farci scomparire definitivamente”, sembrano dirmi con il mormorio del vento. 


P. S. Il paese che, malgrado tutto, continuo ad amare, non è solo questo, ha momenti e periodi di vitalità, ha sacche di resistenza, trincee da cui si combatte una battaglia dagli esiti incerti. Non è così, del tutto, ma stamattina lo vedo così, sperando di poter svegliare anche altri paesi che si stanno addormentando, a volte sognano, ma rischiano di morire nel sonno. 


La foto è di mio cugino Vittorio Teti

Espressioni

 Minti ca..... : Immagina che.....



Minti ca domani vene Peppe, chi ce dicimu?

venerdì 27 gennaio 2023

Ditti.

 Scrupulu grattatu


carità pelosa

giovedì 26 gennaio 2023

Ninna nanna

 A mamma a desidera signora

cu ra carrozza cu ri servituri

 u patre a desidera regina

cu ra carrozza e nu servu vicinu

e duormi ninna nanna

duormi ch'è ura

ca i pari tui riposanu a chist'ura.

mercoledì 25 gennaio 2023

San Nicola

 


Scorcio

 


lunedì 23 gennaio 2023

Compleanno.

 Oggi è  il compleanno di Linda Coltellaro. Compie novant'anni. Nata a Conflenti Superiore. Figlia di Nicola e Franceschina Mastroianni 

Dopo aver  frequentato le elementari  a Conflenti  ha continuato i suoi studi a Niçastro  (medie e ginnasio).

 Dopo una breve parentesi a Terni, ha seguito i corsi universitari  di farmacia a Torino, dove si è laureata.  Si è sposata con Vincenzo Serianni, brillante magistrato di Motta S. Lucia. Ha avuto due figli: Bruno e Nicola. Ha insegnato  Matematica  nelle scuole medie di Casale Monferrato, città dove vive attualmente.

Molto stretto il suo legame con Conflenti, dove è ritornata frequentemente,  particolarmente in estate. Fa parte di una generazione del paese ormai quasi estinta e che riempiva le strade di Conflenti Superiore: Teresa e Tommaso Folino, Antonio e Mario Villella, Maria Paola, Raffaelina  Caruso, Palmina Butera ecc.

Auguri Linda!


domenica 22 gennaio 2023

Ninna nanna

 Si a mamma u sapisse

fasci d'oru te mintisse

Si a mamma u sapera

fasci d'oru te mintera

venerdì 20 gennaio 2023

Case


 Amara chira casa duve crisce l'erva.

mercoledì 18 gennaio 2023

Case

 


lunedì 16 gennaio 2023

Ditti

 Un futtuliare u cane chi dorme.


Non stuzzicare il cane che dorme.

domenica 15 gennaio 2023

sabato 14 gennaio 2023

Furnu


 

Salaturu

 Salaturu: Vaso

Sbacantare: svuotare

venerdì 13 gennaio 2023

finestra


 cà un ce sta nessunu

Sburiare o spuriare.

 Svagarsi, distrarsi, prendere aria.


Sugnu nesciutu pe  sburiare nu pocu.

giovedì 12 gennaio 2023

case


 

Attruoppicare.

 Inciampare.

Ha attruoppicatu: è inciampato.

mercoledì 11 gennaio 2023

martedì 10 gennaio 2023

Se prejare

 mostrarsi felice; essere contento di sé; essere contento di qualcosa.

venerdì 6 gennaio 2023

scrozzare

 rasare i capelli

A befana

 Stamatina, appena azatu, aju guardatu intra i quazietti. C'eranu dui mannarini, na susumeddra, nu torrone e nu pocu e carvune.

Pue me sugnu risbigliatu ed aju capitu ch'era sulu nu suannu.

giovedì 5 gennaio 2023

rappu

 Nu rappu d'uva

Un grappolo d'uva.

mercoledì 4 gennaio 2023

Emigranti.

 quello di Messina doveva essere l'ultimo porto...l'ultimo lembo di Patria prima della lunga navigazione verso Terre lontane...dall'altra parte del mondo..."Raffaello"..."Michelangelo"..." Guglielmo Marconi"...nomi importanti...nomi di trascorso orgoglio italiano...Messina...ultimo lembo di Patria...Processioni dolorose, strazianti...addii...abbracci...scampoli tragici di disperazione...."Raffaello"..."Michelangelo"..."Guglielmo Marconi"...e poi...l'imponente, maestosa "Leonardo da Vinci"...gli uffici di dogana...ultimi passi sul suolo patrio...ultima carezza a quel cordone ombelicale alla Madre...Vibo Valentia...Crotone...Nicastro...Petilia...Cutro...Mi piaceva, se ne avevo occasione, accorrere al porto...figli...spose...giovani...cortei che accompagnavano,a volte, un solo partente...La lontana...lontanissima Australia...strazio di funerali...ultimi calpestii del suolo natio...verso un altro mondo...un mese di navigazione...senza ritorno...o,forse, dopo decenni...quando non avresti più ritrovato affetti,volti, abbracci,baci...quelli che avidamente bevevi prima della scaletta di quegli enormi,eleganti scafi dal nome altisonante che portavano lungo i mari i ricordi del genio italiano...Mi capitò...stravagante studente... accorso a quello spettacolo, forse, soltanto per morbosa, sciocca curiosità...mi capitò un ultimo addio: vecchia Madre e Figlio...e la vecchia Madre, consapevole di una "ultima volta" abbracciava..riabbracciava...quel Figlio..poi la scaletta verso la Notte...abbracciava e riabbracciava quel Figlio... forse quarantenne...o forse trentenne...volto già segnato da lunghe giornate di misero lavoro nei campi...abbracciava quel figlio la vecchia Madre...consapevoli della tragica sacralità dell'ultima volta...e...poi...stringendolo...aggrappandosi a lui per l'ultima volta...quella vecchia Madre gli afferrò la testa e lo strinse con un innaturale,improvviso bacio sulla bocca...più che un bacio, un voler risucchiare l'anima di quel Figlio prima della scaletta...in quegli ultimi calpestii del suolo natio...un volerlo di nuovo riassorbire nel suo grembo...nel suo rinsecchito liquido amniotico...e le lacrime di quel volto incartapecorito dal sole di chi sa quale vigneto padronale...li staccarono pietosi parenti accompagnatori...li staccarono...ingiusto "funerale"...senza il sacro rituale...senza la benedizione...ma ugualmente "rito funebre"...stravagante studente...silenziosamente piansi con loro...parte della mia parte...parte del mio sangue...piansi silenziosamente con loro...non tornai mai più al porto..."Michelangelo" "Marconi" "Raffaello" "Leonardo"...non li amai più se scritti sull'imponente prua di una nave... spinta verso il mare aperto da solerti rimorchiatori...quel bacio innaturale, disperato, amorevole,ultimo...parte della mia parte...parte del mio stesso sangue...Quando la Storia saprà dare giustizia a quel bacio innaturale...a quella vecchia Madre...alle lacrime di quel Figlio consumato dal sole in un vigneto padronale?...Non andai mai più al porto...parte della mia parte...sangue del mio stesso sangue...piansi silenziosamente insieme a loro...forse di Vibo...o di Crotone...o di Cutro...

G. Montaldo   dal Web

martedì 3 gennaio 2023

Amicu

 Amicu d'u   bon tiempu se cangia  cu ru vientu.


L'amicu del buon tempo si cambia con il vento.

lunedì 2 gennaio 2023

Ditti

  Cu forza de guvita:  con olio di gomito