sabato 31 dicembre 2022

Buon anno.

 Bon annu a tutti.

mercoledì 28 dicembre 2022

Natale.

 Natale è na festa tutta speciale

Te sienti chiù buonu 

Te sienti chiù riccu,

C' è  n'aria  duce,

 n'aria de pace.

Te vene voglia de vasi, d'abbrazzi,

Te vene voglia de dire:

Volimuce bene, simu tutti cristiani,

Spartimuce u pane 

Spartimuce u suonnu.

Ma passatu Natale

Torna tuttu normale.

martedì 27 dicembre 2022

ragare

 ragare: portare


iu ragu  tu raghi  iddru/a raga

nue ragamu  vue ragati iddri/e ràganu

lunedì 26 dicembre 2022

Espressioni dialettali.

  All'anche all'aria;  con le gambe all'aria.

domenica 25 dicembre 2022

Il fuoco!

Conflenti - 24 dicembre 2022- L’accensione del fuoco nei camini delle case la sera di Natale 


Momenti di ricordi tra sogni, realtà e fantasia a Conflenti.


L’accensione del fuoco nei camini delle case la sera di natale comportava accurati rituali connessi ad antiche credenze. Al fuoco si poneva un grosso ceppo che rappresentava il capo famiglia, perciò doveva deporlo con le sue mani. Questo ceppo si doveva spegnere per consunzione; se malauguratamente si spegneva, nonostante la sua notevole grandezza, pronosticava la morte del capo di casa entro l’anno. I pezzi di legna messi attorno, uno per ogni membro della famiglia, erano più piccoli e ognuno doveva posizionare il proprio da sé. Questa simbologia è molto eloquente per i valori connessi al ceppo e agli alberi. 

Per illuminare le scale, si improvvisavano lucerne con gusci di noci riempiti d’olio e con uno stoppino fatto con materiale vegetale (rroba ‘e cannitu) o con uno straccetto; era tipico lo scricchiolio prodotto da tali lucerne; altro materiale per illuminare era ‘a deda, solitamente posta sull’uscio di casa sia per fare luce ai visitatori sia per devozione. 

Vittoria Butera

 Natale è  nu juornu speciale.

 Cantamu, ballamu,  ch'è   natu Gesù. 

Buon Natale!

 Buon Natale a tutti!

venerdì 23 dicembre 2022

giovedì 22 dicembre 2022

Proverbi

 A femmina de razza, a cinquant'anni mbrazza.

mercoledì 21 dicembre 2022

Incontri d'Otre.

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Conflenti - Zampognari e suonatori da numerose regioni d’Italia si incontreranno nel piccolo centro del Reventino il 28 dicembre. Un evento speciale, unico nel Sud Italia, che vedrà protagonisti zampognari, suonatori e appassionati provenienti da diverse regioni d’Italia che si incontreranno per le strade di Conflenti, borgo dell’entroterra calabrese da sempre custode di un patrimonio di musica tradizionale inestimabile, per una giornata evento dedicata alla musica e alla convivialità. Arriva “Incontri d’Otre”, l’iniziativa invernale promossa da Felici & Conflenti che mercoledì 28 dicembre animerà le vie del piccolo centro della Valle del Savuto, riconfermando Conflenti come un punto di riferimento per la promozione, la trasmissione e la valorizzazione del patrimonio coreutico-musicale del Sud Italia.

“Siamo molto felici di poter ospitare un evento di tale portata – ha commentato la presidente di Felici & Conflenti Antonella Stranges – che farà incontrare nel nostro borgo suonatori e appassionati da tutta Italia. Come associazione da anni siamo impegnati nella promozione e nell’organizzazione di occasioni di incontro e condivisione della cultura coreutica e musicale dell’area del Reventino e questo evento prova ancora una volta come Conflenti abbia una posizione importante nella tradizione musicale dell’intero Sud Italia”.

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Numerosi gli ospiti che prenderanno parte a questa speciale giornata evento: dal Lazio arriveranno le ciaramelle di Amatrice e i poeti a braccio, con Andrea Delle Monache, Dante Valentini e Franco Moriconi, e “le zampogne in Ciociaria, canti di festa e di devozione” con Dino Dell'Unto e Vincenzo Lucarelli; presenti anche le zampogne di Alessandria del Carretto con Paolo NapoliRocco Adduci Antonio Arvia e Pino Salomone. Immancabile la presenza della tradizione musicale calabrese grazie all’Associazione Zampognari Cardeto, e i padroni di casa Christian Ferlaino, direttore scientifico di Felici & Conflenti, Mimmo Morello e Giuseppe Muraca; a rappresentare la Basilicata ci saranno invece le zampogne di Terranova del Pollino con Pino Salamone, mentre dalla Campania arrivano i Kiepò, compagnia di musica popolare composta da Antonio Cortazzo, Tommaso Sollazzo, Nicola Cortazzo Aniello Tancredi; musica e tradizioni anche dalla Sicilia con la zampogna di Monreale di Salvatore e Pietro Orlando.

L’evento prenderà il via la mattina con una passeggiata musicale per le strade di Conflenti, alla quale seguirà un pranzo sociale in compagnia dei numerosi suonatori ospiti. A partire dalle 18 gli zampognari si esibiranno nella suggestiva cornice della Basilica Santuario Maria SS. delle Grazie della Quercia di Visora. Seguirà la strina della tradizione locale per le vie del paese e una grande festa in pieno stile Felici & Conflenti, arricchita dalla degustazione enogastronomica delle pietanze della tradizione locale.

Preparativi per Natale.

 Conflenti - 21 dicembre 2022- Sin dall’estate s’incominciava a seccare la frutta e a fare provviste speciali da consumare la sera di Natale.


Momenti di ricordi tra sogni, realtà e fantasia a Conflenti.


Sin dall’estate s’incominciava a seccare la frutta e a fare provviste speciali da consumare la sera di Natale, quando secondo la tradizione bisognava mettere in tavola un numero determinato di alimenti. Il numero variava da un paese all’atro: sette, tredici, o nove; comunque si diceva “la cena delle nove cose”. Il giorno si digiunava, sia perché il digiuno prefestivo era una norma della religione, sia per rifarsi con la cena natalizia, la cui preparazione impegnava le donne di casa per l’intera giornata.

Il menù nei paesi montani non variava da un natale all’altro e neppure da una all’altra famiglia: pasta con baccalà o con sarde; baccalà fritto e in umido; cavoli e broccoli bolliti; pane fatto in casa e grispelle. Un grande canestro era riempito con noci, mele, castagne, fichi secchi, uva secca conservata appesa al soffitto o tra le felci nelle soffitte, pere locali dette pirajine vernitiche. I dolci tipici di natale erano: turdilli, scalille, nacatule, crocette, grispelle immerse nel miele.

Vittoria Butera

L'emigrazione vicina.

 Conflenti è stato sempre un paese d'artigiani: barilai, cestai ecc. 

Tanti riuscivano a vivere e a sostenere la famiglia, lavorando nell'interno del paese; altri  preferivano emigrare nei paesi vicini. I cestai  erano molto richiesti  nei paesi di produzione di frutta, soprattutto fichi, perché c'era bisogno di contenitori per i prodotti ( spurtuni soprattutto). Tra i paesi,  dove negli anni Quaranta e primi anni Cinquanta avveniva questa emigrazione, ricordiamo: Cerisano e San Lucido in provincia di Cosenza.  Molti conflentesi lavorarono in questi luoghi per brevi periodi; altri si stabilirono lì definitivamente.

domenica 18 dicembre 2022

La discesa dei contadini.

 

Domenica e nei giorni di festa i contadini scendevano a valle, nel paese. Da soli o con la famiglia, a piedi o a dorso di asino. All'entrata del paese espletavano le operazioni di rito: mettevano le scarpe nuove e cambiavano vestito. Poi si dirigevano verso la chiesa di loro gradimento: San Nicola o il Santuario. Dopo aver partecipato diligentemente alla messa, uscivano e facevano il giro dei negozi per fare la spesa per tutta una settimana. Compravano soprattutto quei generi alimentari che nelle loro zone era difficile trovare: zucchero, pasta ecc. E i loro acquisti mantenevano in vita i negozi conflentesi che, all'epoca, erano numerosi. Il ritorno era un po' diverso per gli uomini e le donne. A quest'ultime toccava il compito di portare a casa gli acquisti fatti e certamente non era un compito facile. Rientravano quindi per prime. Gli uomini, soprattutto i giovani, si concedevano una pausa nelle “cantine” del paese che, stranamente (?), si trovavano nelle vie d'uscita. Un fiasco di vino, qualche lupino e un mazzo di carte li occupavano per un po' di tempo e poi, un po' brilli, facevano ritorno a casa. Il vino, la stanchezza rendevano il percorso del ritorno più lungo, ma dopo una settimana di duro lavoro ognuno di loro era felice di essersi concesso una piccola trasgressione.

sabato 17 dicembre 2022

venerdì 16 dicembre 2022

Amore di Calabria.

Amore di Calabria ❤️

"Papà era operaio, mamma casalinga, abbiamo vissuto anche noi la cassa integrazione. Io ricordo quei giorni, quei giorni di cassa integrazione…E vedete, sono i dettagli che fanno la differenza per chi vive un momento di difficoltà.Ricordo che quando mammà andava in salumeria il prosciutto crudo costava molto e nuje mangiavamo soltanto la spalla, la spalla di prosciutto cotto. I toast col prosciutto cotto…La difficoltà di un paio di scarpe? Facevi tutto l'anno. E mica compravamo che so, le Superga. Andavamo in un negozio, ricordo ancora, si chiamava Musto e pareva Ikea, te le dovevi montare tu le scarpe… Io ero più grande delle scarpe che avevo al piede.Quando veniva un amico a casa? Le case loro erano belle io dormivo con mia sorella avevo un divano letto che s'arapeva sotto ‘o lampadario. Avevo vergogna di fare entrare gente in casa, dicevo ai miei amici: studiamo sul pianerottolo che stiamo più freschi… Ebbene sono questi particolari che non conosce chi ci governa.Però ricordo anche la bellezza della semplicità: andare in Calabria in vacanza quei pochi giorni, in quattro in macchina, finestrino aperto mammà che pigliava nu piezz ‘e pane e ce lo spartivamo. Eravamo felici e non lo sapevamo"

Alessandro Siani in fabbrica dagli operai Whirlpool parla del papà operaio: “Chi ci governa ignora le nostre vite”

giovedì 15 dicembre 2022

Mattia Stranges


 Congratulazioni per il nuovo laureato!

mercoledì 14 dicembre 2022

martedì 13 dicembre 2022

Santa Lucia.

 Conflenti - 13 dicembre 2022 - Santa Lucia -        

Momenti di ricordi tra sogni, realtà e fantasia a Conflenti.


                               SANTA LUCIA 


A breve distanza dalle celebrazioni di San Nicola e dell’Immacolata, il 13 dicembre subentra Santa Lucia. Fino all’adozione del calendario gregoriano (1582), la festa cadeva in prossimità del solstizio d'inverno; lo ricordava il detto popolare "Santa Lucia il giorno più corto che ci sia". Il 13 dicembre resta comunque collegato ad un fenomeno astronomico, per cui il sole tramonta poco prima, ma riprende, il giorno successivo, il ritmo interrotto fino al 21 dicembre.

Il nome Lucia, che dal latino lux vuol dire luce, e la vicinanza al solstizio ne denotano il carattere astrologico, in corrispondenza ai festeggiamenti della luce che nello stesso periodo si praticano in varie parti del pianeta, tra cui la festa ebraica di Hanukkah e la festa di Diwali in India. Il cristianesimo ha sostituito l’emblema della luce astrologia con i valori della luce spirituale e con la luce degli occhi.

La figura di santa Lucia, nel corso dei secoli, è stata fonte di ispirazione non soltanto nell’ambito religioso e teologico, ma anche nell’arte, nella letteratura, nella tradizione popolare. Dante Alighieri afferma che Santa Lucia lo guarì da una pericolosa alterazione agli occhi. Per la gratitudine, fece di lei, nella Divina Commedia, il simbolo della grazia illuminante. Numerose sono le opere d'arte che ritraggono la vergine mentre subisce il martirio o in ricche vesti con la palma e gli occhi nel piattino. Caravaggio, durante il suo soggiorno siciliano, essendo stato incaricato di dipingere una tela d'altare, creò il Seppellimento di santa Lucia, che attualmente è custodito nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia, in Piazza Duomo a Siracusa. Nella sua città natale, inoltre, emerge una continuità con il culto di Artemide, l'antica dea della caccia venerata nell'isola di Ortigia, anche lei vergine, anche lei dea della luce nell’iconografia che la rappresenta con due torce accese nelle mani.

In Calabria, davanti alla sua immagine, i fedeli rievocano in un inno episodi biografici che si mescolano in modo confuso, come succede in vari canti religiosi trasmessi oralmente:

Santa Lucia ppe’ supra mare jia,

pezze de sita tagliava e cusìa.

L’affruntaru ‘u Signore e ra Madonna:

“Dduve vai, Lucia?”

“Vajiu all’uartu a cogliere finuacchjiu

Ppe mamma c’ha malatu n’uacchjiu”.

Traduz. “Santa Lucia andava per mare\stoffe di seta tagliava e cuciva.\L’incontrarono il Signore e la Madonna:\Dove vai, Lucia?\ Vado all’orto a raccogliere finocchio\ per mia mamma che ha una malattia in un occhio”.

 Vittoria Butera

sabato 10 dicembre 2022

Feste di dicembre.

 Conflenti - 10 dicembre 2022 - S. Andrea -        


Momenti di ricordi tra sogni, realtà e fantasia a Conflenti.


Chiediamo scusa a S. Andrea perché ci è sfuggito il giorno della sua celebrazione, che ricorre il 30 novembre. Anche se con ritardo ripariamo al malfatto ricordandolo in questa breve nota. Che lui sia il messaggero dei riti prenatalizi lo abbiamo già detto. Lo ricorda il promemoria menzionato precedentemente e che ripetiamo: “’Ndria porta ra nova: i sie Nicola; l’ùattu Maria; i tridici Lucia; ‘u vinticinque lu Misìa” (Andrea porta la notizia: il 6 Nicola, l’8 Maria, il 13 Lucia, il 25 il Messia). Annunciando questo susseguirsi di festività l’ultimo giorno di novembre, S. Andrea richiama l’attenzione alla nuova frontiera temporale di dicembre quando ormai bussa alla porta. È il mese che nell’antichità è stato connotato di valori astrali verificandosi l’estrema caduta del sole sull’orizzonte fino al solstizio, e che per i cristiani contiene il massimo evento della loro religione.

Non sono numerose le notizie biografiche che ci giungono, ma in compenso presentano aspetti molto interessanti. Andrea nacque nella città di Betsaida (nome che vuol dire Casa del pescatore), situata a est del fiume Giordano. Era figlio di Giona (detto anche Giovanni) e fratello dell’apostolo Pietro. I due fratelli facevano i pescatori e divennero discepoli di Gesù. Si tramanda che Gesù abbia invitato Andrea ad essere per lui pescatore di uomini, ossia pescatore di anime. Secondo le fonti, viaggiò molto per svolgere il ruolo affidatogli di acquisire adepti al messaggio di Cristo. Sembra però che, ad un certo punto della sua vita, abbia interrotto i contatti con il mondo, per dedicarsi all’eremitaggio chiudendosi 20 anni in una caverna nei pressi dell’attuale Romania. Durante la persecuzione di Nerone, subì il martirio a Patrasso. Fu legato e inchiodato su una croce diversa da quella latina destinata a Gesù. La sua era la croce decussata a forma di X, successivamente nota come Croce di Sant'Andrea e posta nei passaggi a livello della strada ferrata.

Vittoria Butera

giovedì 8 dicembre 2022

mercoledì 7 dicembre 2022

martedì 6 dicembre 2022

Santu Nicola.


 Oje è santu Nicola. A ri Cujjienti a festa è a sicunna duminica de Maju. Nue  facimu l'aguri a tutti quanti pe ricordare tutti i Nicola, muarti e vivi: pe ricordare a ghiesa chi c'era; pe ne ricogliere ancora na vota a ru paise nuastru. 

Puru papà se chiamava Nicola.  Lo ricordo con affetto.

domenica 4 dicembre 2022

Maria

 Camminava sempre con un figlio in braccio,

 frutto di un amore vissuto intensamente,

finito male per un falso concetto dei valori sociali.

sabato 3 dicembre 2022

Artigianato

 


Artigianato a Conflenti- Il telaio e le tessitrici.


Tricche-tracche-trà, tricche-tracche-trà, tricche-tracche-trà… non era musicale né rilassante il rumore del telaio che accompagnava la donna durante le ore della giornata dedicate alla tessitura.

I primi telai apparvero nel neolitico; erano costruzioni molto semplici, poco più di una intelaiatura rettangolare costruita con rami o pali di legno in posizione verticale. La tensione dei fili di ordito era ottenuta tramite pesi, di argilla o pietra, che si trovano numerosissimi negli scavi archeologici. L'immagine di questo tipo di telaio è rappresentata su vasi greci, spesso abbinata all'immagine di Penelope che, confidando nel ritorno di Ulisse, aveva escogitato di disfare di notte il lavoro tessuto di giorno in modo da perdere tempo nel completamento della tela e rinviare le seconde nozze imposte dai giovani nobili di Itaca.  

Sino al secolo scorso, nei paesi calabresi, un telaio era presente in moltissime case, dove almeno una delle donne era addetta a tessere. Generalmente le ragazze venivano avviate al lavoro molto presto. Poiché si tesseva stando sedute, la tessitura era considerata un lavoro leggero, quindi da potere eseguire anche dopo una giornata di lavoro nei campi, come attesta l’esortazione contenuta nel distico: “Tu chi vìeni de mètere\ difriscate a ‘stu manganu”. In alcuni paesi, il telaio era definito per sineddoche prendendo il nome da una sua parte, ‘u manganu.

Il telaio occupava un ampio spazio di una stanza, costituendo una zona attrezzata per la mansione specifica. Le donne producevano tutto l’occorrente per la casa e per i familiari; confezionavano i capi del corredo, da ragazze il proprio, da sposate quello delle figlie.

Si tessevano tutte le fibre naturali: lino, cotone, ginestra, seta, iuta. Ricordiamo alcuni termini tipici della tessitura:

‘a spola o spoletta (spola o navetta): contenitore del filato, che entrando tra i fili dell'ordito inserisce il filo di trama nella costruzione del tessuto;

i sugli (subbi): cilindri lignei orizzontali; sono due: uno porta i fili dell'ordito, l'altro arrotola il tessuto già fatto;

‘u piettine (il pettine): parte del telaio, che serve per battere, avvicinare e compattare i fili di trama;

matassaru o manganiellu (aspo): supporto che arrotola il filo;

organzino: filo ritorto in un senso accoppiato e ritorto con un altro filo nel senso opposto (4 giri al centimetro), usato per l'ordito;

passina: sottile uncino (simile a un uncinetto) o piattina in metallo (con una cava) che serve a passare il filo nelle maglie dei licci e nelle fessure del pettine;

pedale: in un telaio artigianale, schiacciandolo, muove uno o più licci a cui è collegato.

rocchetto: è un supporto su cui si avvolge il filo, formato da un'anima cilindrica e due ali che danno lo spallamento laterale.

tira pezza: parte di un telaio che avvolge il tessuto preparato.

(tratto dal saggio di Vittoria Butera, La Magia degli Oggetti)


Quintina Marotta al telaio

venerdì 2 dicembre 2022

Feste

 Na vota  de feste ci n'eranu tante: Santu Nicola; Santa Lucia ecc. Mo, ogni tantu, fanu a Mmaculata. Un c'è  chiù gente. Fanu a focara, i spari e ra prucessione.  Buona festa a tutti.