Dialetto di Conflenti (CZ), paese calabrese situato nella zona centro-occidentale della regione.
martedì 25 febbraio 2025
sabato 28 gennaio 2023
Nostalgia.
L'ARTE DI PERDERE I LUOGHI
Penso di uscire, questa mattina, anche se fa freddo. Passo da mia sorella per salutare mamma sulla sua poltrona. Sento la sua voce che mi dice: “Non ti ’mpacciare ché è brutto tempo”. Mi avvio verso la piazza. Maria non siede più sui gradini del vicolo e non mi chiama più per recitarmi le storie di una volta. Raffaele non è più al balcone per ricordarmi le sue avventure di emigrato e di dirigente comunista, che partecipò all’occupazione delle terre. Non c’è nessuno nella strada. Il vento piange e si lamenta nei vicoli stretti con le case vuote. Rispondono i battiti di qualche finestra rimasta aperta dopo tante intemperie. In piazza non incontro nessuno, manco un cristiano, “manco un cane”. La piazza delle feste e dei concerti, dei comizi e delle conferenze, delle nottate di amore e tradimenti, delle interminabili mangiate e delle serenate, la piazza è disabitata. All’inizio abitano ancora due famiglie del paese, alla fine c’è un edicola-tabacchi. Nella piazza vera abita soltanto una signora venuta da un paese dell’Est. Il bar, al centro, ha chiuso da poco. E da poco hanno chiuso due botteghe di generi alimentari. Dicono che qualcuno riaprirà, ma i pochi rimasti sono scettici. “Il paese muore”; “Ogni giorno chiude una casa”; “Non ci sono più negozi”; “Nessuno si accorge che tra dieci anni, defunti questi quattro vecchi, non resterà un’anima”; “Non torna più nessuno. Che dovrebbe tornare a fare”. La percezione e il dolore dell’abbandono sono molto più forti di quanto non possono restituire le statistiche e i dati demografici che pure non lasciano scampo. Ascolto, quando incontro qualcuno, queste rituali litanie e parlo poco per evitare riflessioni più disperate e apocalittiche. “Siamo in pochi e quelli che ci sono non escono mai. Soltanto per qualche festa o per i funerali”; “Il paese è tutto un funerale”; “Fossi stato più giovane, me ne sarei andato. Adesso dove vado?”; “E nessuno si rende conto”. Nel 1951 c’erano 4.200 abitanti; nel 1961 poco più di 3.000; poi un lento inarrestabile declino e oggi sono registrati poco più di 1.000 abitanti, ma i residenti veri sono molto meno di 1.000”.
Mi sento la testa affollata di persone e di ricordi, di speranze e delusioni, di un pieno bello e vitale che è diventato vuoto e silenzioso come in un “perenne Venerdì Santo”. Non riesco ad arrivare fino alla cantina di nonno Peppe, dove adesso Vito, mio cugino ha il bar, fa un buon caffè e raccoglie alcuni degli ultimi abitanti. “Che ci faccio qui?”. “Possibile che la mia vita, dovunque sia andato, è stato sempre un costante, diverso, melanconico domandarmi e domandare che ci faccio qui?” Torno indietro per non appesantire la mia melanconia. Sconfinata nostalgia per le persone che abitavano quelle case sbarrate. Si agitano donne, uomini, bambini dal loro altrove, lontano, chissà da quale “altrove” cercano di trattenermi. Sembrano volermi rimproverare, pietosi e carichi di pena, perché non ho saputo fare qualcosa per evitare la chiusura del paese. “Adesso, almeno, non andare via, per non farci scomparire definitivamente”, sembrano dirmi con il mormorio del vento.
P. S. Il paese che, malgrado tutto, continuo ad amare, non è solo questo, ha momenti e periodi di vitalità, ha sacche di resistenza, trincee da cui si combatte una battaglia dagli esiti incerti. Non è così, del tutto, ma stamattina lo vedo così, sperando di poter svegliare anche altri paesi che si stanno addormentando, a volte sognano, ma rischiano di morire nel sonno.
La foto è di mio cugino Vittorio Teti
sabato 9 luglio 2022
venerdì 13 agosto 2021
Mi dispiace!
Mi dispiace!
diciamo sempre così quando succede qualcosa e non abbiamo fatto niente per impedirlo. Le cose non succedono mai da sole; ci sono sempre segnali che ci dicono: attenti, se non fate questo o quello, può avvenire che...
E noi di questi avvertimenti ce ne freghiamo. Passiamo, vediamo e andiamo avanti. Ci penserà qualcun altro. E dall'uno all'altro si va avanti finché poi, inevitabilmente, il guaio succede.
I fuochi del Reventino potevano essere evitati, se ci fosse stata una vigilanza attenta. Se la prevenzione fosse stata maggiore. Se...ecc. Un fuoco non si propaga in un attimo. Persone sospette potevano essere viste e controllate da chi è preposto alla vigilanza del luogo. L'uso di telecamere non mi sembra fantascientifico,
Ma anche i cittadini potrebbero fare il loro dovere. Troppo spesso vediamo e, volutamente, ignoriamo. Per il quieto vivere. Siamo indifferenti alle cose sino a quando non ci toccano da vicino.
Quante volte abbiamo visto accendere fuochi là dove non si potrebbe e siamo passati avanti, senza dir niente, senza avvertire nessuno.
Stiamo più attenti. Controlliamo di più. Conserviamo la natura per noi e per i nostri figli.
domenica 7 giugno 2020
Vitalizi.
domenica 31 maggio 2020
Ma quannu cangia sta Calabria ?
Un tienu russure.
sabato 25 aprile 2020
venerdì 27 marzo 2020
e cummari.
- Se, me sugnu ricota?
-E a ra roba ce si juta?
- Chi cazze e dumanne chi me fai. Un ru vidi ca tiegnu a carriola china?
-un te ncazzare. Era pe domannare. E ri carabinieri l'hai ncuntrati?
-Se, a ra ricota.
- E un t'anu dittu nente?
-E chi cazzu m'avianu e dire?
sabato 14 marzo 2020
lunedì 9 marzo 2020
Coronavirus.
Megliu l'aria frisca. Jati a ra roba.
C'è nu Corona chi gira, ma chiddru un fa male.
lunedì 27 gennaio 2020
Elezioni regionali.
Adesso, l'importante è che si lavori insieme per il bene della Calabria.
Buon lavoro ai nuovi governanti.
giovedì 23 gennaio 2020
lunedì 20 gennaio 2020
Promesse
Come sarebbe bello se fosse vero!
Poi, alla promessa di un posto in un call center, tutti cambiano idea.
sabato 18 gennaio 2020
Manifestazione pro Gratteri.
Fa piacere che alla manifestazione pro Gratteri abbiano partecipato in tanti. Ma non basta. Se effettivamente vogliamo una Calabria migliore e debellare la mafia dobbiamo cambiare comportamento. Bisogna smetterla di dare il voto per piccoli o grandi favori. Non chiedere o accettare raccomandazioni. Premiare il merito e le capacità. Denunciare i mali e le ingiustizie. Far rispettare i nostri diritti.
martedì 7 gennaio 2020
Curnuti e mazziati
mercoledì 18 dicembre 2019
Un sorriso e una parola.
Preghiamo tanto. Forse molto.
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Conflentese. |
Bisognerebbe riscoprire la parola e usarla più spesso.
- Ciao, come stai? Dove vai ?
Le parole non costano niente.
L'indifferenza è il male del nostro secolo.
La solitudine, spesso, non è una scelta personale.
CI sono persone che vivono e muoiono in grande solitudine. Dimenticati da tutti.
Guardiamoci attorno e sorridiamo agli altri.
Una parola può cambiare la vita.
venerdì 8 novembre 2019
Elezioni a Lamezia.
Lamezia ha bisogno di un buon sindaco. L'augurio è che la gente non si lasci guidare da amicizie, parentele e interessi vari e voti per il candidato più idoneo per risollevare le sorti di questa città.
Ne trarrebbe giovamento tutto il lametino.