martedì 7 gennaio 2020

Curnuti e mazziati


La mancanza di lavoro ha costretto, a malincuore, tantissima gente del Sud d'Italia a lasciare il paese. Siamo andati di qua e di là per il mondo intero. “ riunni pe stu munnu munnu”. Abbiamo chiuso le nostre case con la speranza di ritornare un giorno per passarci la vecchiaia. Così poi non è stato, per una serie di motivi: i figli, il lavoro, le malattie ecc. Ciononostante queste case le abbiamo conservate facendo di tanto in tanto la necessaria manutenzione. Ciò è servito a dare lavoro ai pochi che sono rimasti. Ogni anno, una gran parte di noi ritorna d'estate con enormi sacrifici, spendendo solo per i trasferimenti un somma che consentirebbe di passare un lungo periodo di vacanze in zone vicine a quelle di residenza. Veniamo, spinti dalla nostalgia, e con la nostra presenza, oltre che vitalità, diamo un notevole impulso all'economia dei paesi nativi. 


Per tutto questo non ci aspettavamo e non ci aspettiamo benemerenze particolari. Però credo che meriteremmo più attenzione da parte delle istituzioni comunali. Non è giusto che i comuni, con la loro cronica fame di soldi, impongano una tassa, piccola o grande che sia, su case, in gran parte, fatiscenti. Ridicola la quota maggiorata per la seconda casa. Le nostre non sono certamente case di lusso utilizzabili per la villeggiatura.
Che dire poi della tassa sulla spazzatura. Paghiamo per tutto l'anno un servizio che utilizziamo al massimo per un mese. Non sarebbe il caso di rivederla?
Insomma, per farla breve, siamo “ curnuti e mazziatti”. Dopo essere stati costretti ad emigrare, ci puniscono per essere emigrati.

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