domenica 30 ottobre 2022

lunedì 24 ottobre 2022

Ottobre

 OTTOBRE ALLE OLIVE


L’ottobrata era fatta di pane e olive. Mia madre, dopo averle schiacciate con una pietra di mare - prendendosi del sale della pietra diventavano più saporite, diceva - le lasciava per giorni sotto un filo di acqua corrente. 

– Nommu avissi u stagna mai l’acqua d’alivi – e allora scorreva.

Una partita le mangiavamo fresche. Dopo l’ammollo, le aggiustava con fiori di finocchio, aglio e peperoncino. Le miscitiava con le mani, affinchè prendessero tutti i sapori, e dentro una tijanuzza allargata dai fianchi, le portava in tavola. Le altre invece andavano dentro la giara. – A giarra d’alivi – comandava. E la riempiva.

Le domeniche d’ottobre erano per le olive. Tutti in campagna. La sacra famiglia sembravamo. E non doveva mancare nessuno. Servivano braccia. Serviva lavoro. Forza, assistenza.

Quando uscivamo di casa, in fila indiana, e qualcheduno domandava dove stessimo andando, rispondeva lei per tutti: – s’arramazza – diceva.

Ogni piede d’ulivo stendevamo una rete. Più d’una se la pianta era grande. Si scuotevano a mano. 

– Pista forti, chjù forti – e noi ragazzini davamo botte da orbi, farne cadere a centinaia. Era bello veder piovere le olive dall’albero, veder le reti coprirsi di quelle palline verdi. Ma più bello ancora era quando riempivamo i sacchi. Mia madre le cerniva, e poi liberate dalle foglie le versava dentro la juta. Erano il frutto del lavoro, quelle olive. Il frutto sacro da cui avremmo ricavato l’olio, quello profumato, che saziava la fame e a volte anche i sogni. Dentro il pane sfiancato, crudo, o nei cibi cotti. Nelle carezze di mia madre, quando fiera lo versava dentro i piatti e questi si coloravano d’oro.

Alla sera poi, quando tutto finiva, in attesa della domenica seguente, si ritornava stanchi, ma felici. Nessuno osava lamentarsi. Neppure i più piccoli. Sapevamo tutti che quelle olive, che con la grazia di Dio avevamo raccolto, portate al frantoio, sotto le macine di pietra, sarebbero diventate olio, garantendoci la ricchezza necessaria per andare avanti un altro anno ancora.

 Giusy staropoli calafati

domenica 23 ottobre 2022

A jurnata 'i mari e na vota

 Na vota si jia alla marina

Sulu 'a duminica matina.

 A prima du liattu ca s'azava

era chilla ca 'a casa guvirnava.

 Rumuri 'i stanati e adduru 'i cucina,

pipi, patati e pasta chjina,

mulingiani linchjiuti e... 'na gridatina:

" zumpati du liattu, sunu e cinque 'i matina. "

 Erano   i setti, pronti a nesciri

a Piazza d'Armi s'avia ddi jiri.

U  pustali arrivava e lla fhulla saghjia

chi s'assittava e chi  all'impiedi stavia.

Arrivati allu mari dopu na ura

tutti scindianu ppi l'avvintura.

" Pighjiati tuttu, scinditi  i guaghjiuni

'un scurdativi  nenti, speci 'u  miluni."

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A. Cuda (Nicastro)


mercoledì 12 ottobre 2022

sabato 8 ottobre 2022

Il comune senso del pudore.

Il linguaggio scurrile, a livello popolare, era frequente nel paese nel secolo scorso, ma si differenziava per  luogo,  persone,  situazioni.

 Una prima distinzione  è quella tra uomini e donne e, per quanto riguarda quest'ultime, tra le parole che usavano dentro e fuori l'ambiente familiare.

Gli uomini erano abbastanza liberi nel linguaggio. Usavano gli stessi termini, sia in casa che fuori; cazzo, ad esempio, era un intercalare abbastanza frequente. Certamente nell'uso di termini ritenuti volgari, non si ponevano problemi.

Per le donne non bisogna  generalizzare. Ce n'erano  (poche) che usavano quasi sempre un linguaggio  casto, altre (molte) che lo rendevano molto più colorito, arricchendolo con termini di chiaro riferimento sessuale. Nelle case, parole come: sticchio  cunnu,  nculare,  culu, cugliunijare ecc. erano d'uso abbastanza comune e frequente.

Nel rapporto con gli altri, invece, subentrava un maggiore  senso del pudore e si edulcoravano tantissime parole. Per dire che una donna era prena (la parola incinta era ignorata) si diceva che x aspettava. Non si partoriva, ma si comprava un figlio. Le mestruazioni erano chiamate cose e se qualcuna aveva il ciclo si diceva ch'era malata. Fare l'amore (trombare) si diceva giocare o se curcare insieme. Un mondo quindi  dove le parole  si usavano in modo diverso secondo gli ambienti, familiari o non.

venerdì 7 ottobre 2022

mercoledì 5 ottobre 2022

Indovinello

Tiegnu na mandra e piecure russe , quannu piscia una,  piscianu tutte. (I ciaramili,)

martedì 4 ottobre 2022

La voce degli emigranti.

 Ottantanni fa come oggi , in un piccolo vllaggio chiamato Matacca , vicino Lamezia Terme , nasceva Carmela Rocca . Ma chi era Carmela ? Ma, sfogliando la mia memoria , ho pensato il paese dove sono nata e cresciuta . Ricordi lontani ma anche vicini . Mio padre pensava e proggettava il nostro futuro . Ci parlava di continuo della Dotta Bologna , perche` per lui quello era il posto giusto per noi. Pero` il mio futuro non era Bologna era L'australia . Ed oggi dopo 80 anni potro` dire che anche questa nuova terra mi ha dato delle grandi soddisfazioni . Sono felice di avere una grande famiglia e poi, ho imparato che la vita e` un continuo imparare . Naturalmente , mai dimentichero` dove sono nata , anzi potro` dire che sono stata fortunata di essere nata in un tempo quando , ancora si rispettavano tutti i valori umani . Alla prossima . Un abbraccio a tutti gli amici e parenti di FB.

lunedì 3 ottobre 2022

Le scale mobili.

 Strano quello che succede a Conflenti: sono state installate,  al cimitero del paese, le scale mobili per permettere a tutti coloro che sono in difficoltà di salire ai piani superiori. Queste scale sono pronte da più di un anno eppure non sono ancora state attivate. Qual è il motivo? Lasciandole così  non si rischia di renderle inutilizzabil? Non si rischia

di aver sprecato i soldi di tutti i contribuenti?

L'esodo

 Fu negli anni Cinquanta  che si verificò l'esodo conflentese. Intere famiglie  partivano, l'una dopo l'altra, spopolando il paese. Partivano verso l'ignoto;  verso paesi di cui conoscevano soltanto il nome, portando con sé, spesso in un lenzuolo,i pochi beni che possedevano. Chiudevano le case o le lasciavano in custodia ai vecchi. Lasciavano  là dove c'era vita il deserto.

sabato 1 ottobre 2022

Parole

 A megliu parola è chiddra chi un se dice.


La parola migliore è quella che non si dice.