Il linguaggio scurrile, a livello popolare, era frequente nel paese nel secolo scorso, ma si differenziava per luogo, persone, situazioni.
Una prima distinzione è quella tra uomini e donne e, per quanto riguarda quest'ultime, tra le parole che usavano dentro e fuori l'ambiente familiare.
Gli uomini erano abbastanza liberi nel linguaggio. Usavano gli stessi termini, sia in casa che fuori; cazzo, ad esempio, era un intercalare abbastanza frequente. Certamente nell'uso di termini ritenuti volgari, non si ponevano problemi.
Per le donne non bisogna generalizzare. Ce n'erano (poche) che usavano quasi sempre un linguaggio casto, altre (molte) che lo rendevano molto più colorito, arricchendolo con termini di chiaro riferimento sessuale. Nelle case, parole come: sticchio cunnu, nculare, culu, cugliunijare ecc. erano d'uso abbastanza comune e frequente.
Nel rapporto con gli altri, invece, subentrava un maggiore senso del pudore e si edulcoravano tantissime parole. Per dire che una donna era prena (la parola incinta era ignorata) si diceva che x aspettava. Non si partoriva, ma si comprava un figlio. Le mestruazioni erano chiamate cose e se qualcuna aveva il ciclo si diceva ch'era malata. Fare l'amore (trombare) si diceva giocare o se curcare insieme. Un mondo quindi dove le parole si usavano in modo diverso secondo gli ambienti, familiari o non.
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