giovedì 30 maggio 2013

C'era una volta San Nicola...

Canto funebre per una chiesa

Nulla è più definitivo del provvisorio.


La storia della chiesa di San Nicola a Conflenti Superiore sembra inverosimile, purtroppo è vera.
Costruita nel Quattrocento, se non prima (i documenti ufficiali risalgono a questo secolo), la chiesa ha resistito per secoli ad alluvioni, terremoti, smottamenti e malanni vari. Ha avuto diverse ristrutturazioni; le ultime due risalgono al 1940 circa e 1950 circa. Sino agli inizi degli anni sessanta era perfettamente funzionante e ad ogni festività importante strapiena di fedeli. Lì si svolgevano battesimi, cresime, matrimoni e funerali.  Ogni tanto ospitava missionari e predicatori di grande fama. Poi il prete del tempo (don Riccardo), ha pensato bene (o male?) di rivederne il maquillage; qualche ritocchino qua e là per darle nuovo splendore. Anche gli edifici antichi hanno bisogno, di tanto in tanto, di operazioni di restyling. Roba di poco conto, da spendere poco, da fare in poco tempo e ...da fare bella figura. Velocemente fu eseguito un progetto che altrettanto velocemente fu approvato e furono stanziati i soldi per i lavori. Si traslocò in un'altra chiesa, Madonna di Loreto, dove si andò volentieri, perché il trasferimento, così ci dissero, sarebbe stato provvisorio. E noi ci abbiamo creduto. Tutti aspettavamo con ansia di rientrare al


più presto nella vecchia chiesa, rimessa a nuovo, magari con una messa solenne con la partecipazione di vescovi e sacerdoti. Cioè una di quelle messe che per la loro magnificenza si ricordano per tutta una vita. Da allora sono passati cinquant'anni e non è successo niente. Aspettiamo ancora. Qualcosa o qualcuno ha ostacolato l'esecuzione dei lavori e non se n'è più parlato. La chiesa, ovviamente, nel corso di questi anni  è andata in rovina  ed è diventata un rudere. Gli arredi sacri sono spariti e l'organo a canne è andato a suonare da qualche altra parte. Qual è la situazione adesso? Silenzio assoluto. Nessuno sa niente o nessuno vuol saper niente. Tutto lascia prevedere che di anni ne passeranno ancora tanti sino a quando non si deciderà di demolire completamente la chiesa. Forse per fare una piazza o un parcheggio; certamente, a parere di tanti, molto più utile alla cittadinanza. A questo punto, visto com'è ridotto l'edificio, forse la soluzione migliore per porre fine alla sua lunga agonia. 
Resta però il fatto che davanti agli occhi di tutti, nel corso di questi anni, si è consumato un delitto (come chiamarlo altrimenti?) di cui siamo tutti, poco o molto, responsabili: istituzioni religiose, politiche e la stessa comunità del paese. Nel disinteresse generale, è avvenuto il decadimento totale della chiesa. E' stato un po' come vedere una persona cadere, soffrire, girarle intorno, pronunciare parole di commiserazione, ma non muovere un dito per aiutarla. Di cose, in questo lungo periodo, se ne potevano fare tantissime, ma è mancata la volontà di farle. Non sono mancati i soldi, perché quelli, almeno al momento, c'erano. Chi aveva il potere d'intervenire, non importa chi, ha evitato di farlo e ha preferito volgere il suo sguardo (e i soldi?) altrove. Si sa : “ubi maior, minor cessat “ e per qualcuno, evidentemente, San Nicola era minor. Poi come si poteva pretendere che gente non locale avesse a cuore i problemi del nostro paese? Come del resto non si può neanche pretendere che tutti abbiano uguale sensibilità e lo stesso apprezzamento per i beni storici e culturali.
Dicono: ma a Conflenti Superiore non ci sono più abitanti; di chiese ne basta solo una. Certo di chiese una basta e avanza per tutto il paese, ma San Nicola non era soltanto una chiesa. Innanzitutto era il nostro monumento più antico, una delle chiese più antiche e importanti del circondario e questo sarebbe stato da solo un motivo più che sufficiente per curare con più attenzione il nostro patrimonio artistico. Ma il motivo più valido è che questa chiesa era ed è il simbolo dell'identità culturale e religiosa di Conflenti Superiore. La nostra comunità è nata e si è sviluppata intorno a San Nicola. Attorno alla chiesa, com'è provato dalla documentazione esistente, gravitava la vita lavorativa di centinaia di persone. Molti mestieri sono nati in funzione della chiesa. Ad esempio, per citarne uno, gli indoratori. Qui è stata anche, a lungo, la sede del nostro cimitero. Conflenti Superiore e San Nicola sono due cose inscindibili. Legati a doppio filo. L'uno chiama l'altro.
Piaccia o non piaccia, la presenza di questa chiesa, sorta quasi certamente su un preesistente monastero basiliano, prova che i nostri antenati provenivano da altri paesi, molto probabilmente dalla Grecia. Così come lo provano il nostro dialetto e le nostre tradizioni. La nostra storia è diversa da quella di Conflenti Inferiore; né migliore né peggiore, ma diversa, e la chiesa di San Nicola costituisce la testimonianza più probante del nostro passato. Demolirla significa dare un taglio netto alla nostra storia; togliere un punto di riferimento importante ai nostri figli e ai nostri nipoti.
E' inutile piangere sul latte versato, ma tanta gente avrebbe dovuto essere più attenta all'esistenza di questa chiesa e avere più rispetto per la nostra storia.

                                                                                  Antonio Coltellaro

Nessun commento: