Ci sono pochissime città in Calabria,
di cui se si vuole raccontare la storia non si è costretti, per
risalire all'epoca della loro origine,
a liberare il terreno di tutta
una vegetazione di favole accolte con una singolare credulità o
persino inventate di sana pianta dagli scrittori del paese nel XVI e
XVII secolo e in seguito, prestando fede a questi scrittori, riferite
come parole del vangelo dai dotti che s'occupano
dell'antichità. Ma in nessuna parte forse incontriamo tante favole
di questo tipo e falsità come a Nicastro. Non parlo soltanto del
sistema completamente erroneo, benché sia stato a lungo accettato,
basato sull'autorità importante di Cluvier, che consiste nel vedere
in Nicastro, basandosi su una semplice assonanza dei nomi, la
Numistro in cui il console Marcello e Annibale si diedero battaglia
dall'esito incerto nel 210 a. C. E' sufficiente leggere in Tito Livio
il racconto di questa battaglia o la descrizione di tutta la campagna
dove essa ebbe luogo per rendersi conto che Numistro era situata nel
nord della Lucania (dove anche Plinio la situa), non lontano dai
confini delle Puglie e che la sua posizione corrispondeva all'incirca
a quella dell'attuale Muro Lucano.
Pertanto tutti i critici sono adesso d'accordo che per un puro
errore Tolomeo ha inserito questa città tra quelle del Bruzio. Il
municipio di Nicastro farà dunque bene a cancellare il nome di Corso
Numistrano con cui ha decorato la strada principale della città;
qui la pretesa locale non avrebbe possibilità di difendersi.
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