A Nocera, la sera della Cena, davanti all' Altare
Maggiore, siedono su delle panche dodici persone di età diverse.
Rappresentano i dodici Apostoli. Portano un lungo camice bianco, cinto
alla vita da un cordone rosso oppure azzurro. Sul capo mettono una
corona di sparacogna, un' erba spinosa che cresce nelle zone
poco soleggiate. L' abbigliamento degli Apostoli è uguale a quello dei
portantini della Madonna nelle processioni del Venerdì Santo sera e del
Sabato Santo.
Durante la messa, al termine
dell' omelia, il sacerdote procede alla simbolica e tanto attesa
funzione della lavanda dei piedi. Così come fece Gesù, con brocca e
asciugamano, s' inchina davanti ad ogni singolo Apostolo e, dopo aver
versato un po' d'acqua e averla asciugata, bacia il piede appena
"lavato".
E' questo il momento più seguito
della cerimonia. In molti si accalcano per vedere il bacio, in quanto in
esso riscontrano connotazioni per certi versi spettacolari (ed anche
comiche, in quanto un personaggio di rilievo come il sacerdote del
paese, si ritrova a compiere un atto di sottomissione nei confronti di
qualche altro personaggio con poca credibilità sociale e culturale).
Fino ad una quindicina d'anni fa, in questo frangente, in tanti si
accalcavano per riprendere la scena. Ma per la ressa, per questa
attenzione tutta particolare che si creava e per il presupposto che in
chiesa è doveroso tenere in qualsiasi circostanza un comportamento
improntato alla massima compostezza, il sacerdote proibì l'uso di
attrezzature fotocinematografiche.
Dopo la
Comunione dei fedeli, nella navata si svolge una breve processione per
riporre l'Ostia Consacrata sull'Altare della Reposizione ubicato nella
Cappella del Sacramento.
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Nella chiesa si alza secco l'accompagnamento del "crotalo",
in dialetto nocerese trocca o trocolla, che sostituisce il suono delle
campane che restano silenziose in segno di rispetto e di lutto.
Al termine della Messa, in sacrestia, il sacerdote regala agli Apostoli i tortani, pani benedetti di buon spessore, come grandi ciambelle.
Tempo
fa, quando a Nocera vi erano più parroci, il pane era offerto a turno
dalle varie parrocchie. Era uso, inoltre, offrirlo alle varie Autorità,
con l'aggiunta di dolci e liquori.
Dopo la
Cena si asportano dagli altari i paramenti sacri e si coprono con stole
viola, in segno di lutto le immagini raffiguranti il Crocifisso.
Fuori
dalla chiesa, poi, la gente si sofferma a parlare. Con gli Apostoli che
spezzano un po' del pane benedetto e lo regalano di spontanea volontà a
qualche amico o parente o a chi ne fa richiesta. Quel pane entra in
tante case di Nocera, e per molti riceverne un piccolo pezzo è come
averlo direttamente dal Cielo.
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- Testo tratto dal libro "I giorni delle emozioni" di Adriano Macchione - ed. Città del Sole - Reggio Calabria (2001).
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