Il romanzo è la storia di un emigrato calabrese che negli anni settanta, prima a Torino poi a Roma, vive in mezzo agli avvenimenti sindacali e politici del tempo.
Nel libro ci sono anche ampie descrizioni dei luoghi e della gente del paese d'origine.
Armando Orlando |
Incipit:
La campagna scivola oltre il finestrino con il suo terreno ondulato e rossastro, il declivio dei piani, i poggi tagliati a terrapieni, gli avvallamenti e le collinette color del prato con i capannoni, le industrie, le fabbriche di lampadari, i casolari, i fienili e le case coloniche che si ergono sulla nudità dei campi.
Qualche brano del libro:
... Roberto ama la sua terra... Vi torna per rinascere, per ritrovare le origini del suo essere. E quando arriva, il paese è là, fermo e immobile su quella rupe, pronto ad accoglierlo con le sue contraddizioni, ma anche con i suoi colori, il suo profumo.
Un paese custode di tradizioni centenarie, luogo di fatiche e miseria. Un paese abitato in gran parte da contadini e braccianti agricoli che in tutte le stagioni vanno ogni mattina in campagna per poi tornare, di sera, nelle case. (pag. 36)
“ Le persone disposte a operare sono
poche; gli altri, la maggioranza, si perdono in discussioni lunghe e
senza significato, in disquisizioni inutili che finiscono per
ostacolare le iniziative e far fallire i progetti. Un vecchio vizio,
quello di parlare invece di agire... i ragionamenti sono
limitati a fatti impersonali e a problemi superficiali. “
“ La
gente è abituata a dare il voto ai politici in cambio di favori
personali, a concedere omertà alle organizzazioni malavitose, a
dividere gli arretrati della pensione oppure l'importo dei sussidi
ricevuti.”
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