Ogni anno ad agosto a Conflenti, in
concomitanza con la festa della Madonna della Quercia, si ripete un
miracolo: il paese, svegliatosi da un lungo letargo, riprende
vitalità e si trasforma. Di colpo sembra voler recuperare il
tempo e le cose perse nel lungo inverno. Si respira un'aria
nuova in un clima di festa che inebria la gente portandola a vivere in
un modo diverso da quello abituale.
E' indubbio che il paese, oggi come
ieri, ha una grande funzione catalizzatrice. Si viene dalle varie
parti del mondo e, particolarmente tra i ragazzi, sentendosi tutti fratelli, scompaiono le differenze. L'unico elemento che unisce e che conta è la conflentesità. Per un mese, dimenticati
i problemi di studi e lavoro, tutti hanno voglia di ubriacarsi di
divertimento. I bar e i ristoranti, nessuno escluso, sono stracolmi
di gente e per le vie, particolarmente di notte, è uno “struscio” continuo. Ogni notte è
una notte bianca. Si creano amicizie nuove, si rinsaldano le vecchie, nascono amori che
possono durare una vita o una sola estate.
Improvvisamente si sprigionano una
grande attività e una grande creatività. Tutti dimostrano grande
interesse per lo sport, la cultura ecc. ed è una gara continua ad
organizzare eventi di ogni tipo. I ritmi di vita cambiano e si
procede più velocemente nel fare e nel disfare. Lontani
dall'ambiente solito molti dimenticano i loro complessi e le loro
paure. Gli stessi ragazzi che per tutto l'anno vivono in paese
subiscono delle trasformazioni. Abbandonano l'apatia abituale,
mutano comportamenti e atteggiamenti. Poi “ passata la festa,
gabbato lo santo”. Tutti ritornano nei luoghi di residenza e
riprendono le occupazioni solite. Il paese resta una parentesi
piacevole, ma solo una parentesi. E forse proprio per questo tutti
lo ricordano con grande nostalgia.
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