martedì 4 gennaio 2011

pane e dintorni

Sino a metà  del secolo scorso  il pane in quasi tutte le famiglie  veniva prodotto  in casa. 
Nelle case in cui c'era un forno (quasi tutte) si preparava la quantità necessaria almeno per due settimane.

 pane   varianti : pani (Lamezia) pana (Reggio Calabria)
Pane 'e granu : pane di grano  pane 'e nianu: pane di granturco  pane 'e castagne
pane 'e jermana : p. di farina di segale  pane 'e caniglia: pane di crusca
pane lamatu: pane ammuffito     pane ajimu: pane azzimo
pane tuostu: pane duro  pane muoddru: pane fresco
muddriche : briciole
Levatina : lievito

Corchia : crosta
muorzu 'e pane : pezzo di pane

furnu : forno
furnata :  tutta la quantità di pane o altra cosa  che viene infornata.
muddrica : mollica, briciola
timpagnu: fondo della botte o del tino. Asse di cucina su cui si spiana e si lavora la farina.





mangiapane a tradimientu: uno che vive sul lavoro degli altri.

Detto:
chi avia pane moriu, chi avia fuacu campau
 Chi  aveva pane morì, chi aveva fuoco campò

variante:
Chi eppi pani  muriu, chi eppi fuacu campau (Lamezia)

'u furnu 'e ziata, 'e mammata ecc.
nel significato letterale  ci si riferisce al forno di proprietà della zia, della madre ecc.
nel significato figurato è un'espressione volgare usata per offendere una donna della famiglia. Significa  che la parente in questione ha fatto tanto uso del suo sesso  che questo è diventato grande quanto un forno.

 Per la lievitazione del pane  una volta si usava "a levatina" una specie di panna acida ( lievito naturale) costituita da una piccola porzione di impasto del pane conservato dalla volta precedente . C'era l'abitudine tra le donne di prestarselo vicendevolmente.
L'impasto (acqua, farina, lievito, sale ) veniva fatto a mano in una  specie di cassa di legno (majiddra, majilla,maiddra, maida, maidda), per poi porre i pani crudi su un piano di legno (timpagnu) dove si stendeva una tovaglia. Li si copriva poi con il resto della tovaglia e una coperta di lana, per facilitare la lievitazione naturale.  Qualcuno preferiva metterle sul letto  e coprirle con la coperta. Su ogni pane si faceva un  segno a forma di croce. 
In seguito,  a lievitazione avvenuta, si scaldava il forno (rigorosasmente a legna) e quando era ben caldo si infornava.

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