Ce n'è di paesani
Ce n'è
di reste d'agli
nelle case,
di cartucciere
e di madonne appese.
Ce n'è di donne
scalze senza pane
a raccogliere frasche
a vendemmiare.
Ce n'è di gente
che zappa e non parla
perché pensa
a un'annata migliore.
Qui tutto
è come prima,
tranne i morti.
Ce n'è
di caporioni
sotto il sole,
di fichidindia
e pistole lucenti,
ce n'è di ulivi
bruciati nella notte
fucilate
a finestre e balconi.
Cantano
tutti i galli
aurore e carabinieri.
Soltanto i morti
non hanno pensieri.
Ce n'è
di lupi
e padroni
in collina,
ce n'è
di commissioni,
progetti di strade,
e piove,
passano inverni
e parole.
Qui tutto
è come prima,
come prima dell'acqua
e delle capre.
Ce n'è
di lettere di parroci
per Roma,
di passaporti
sogni americani.
Ce n'è
di paesani
per il mondo,
tutti padri e fratelli
alla ventura,
così la bocca
non puzza di cipolla.
Qui tutto
è come prima,
tranne voi,
onorevoli,
governatori,
voi, amici,
Leonardi da Vinci
della Cassa del Mezzogiorno.
(da
La rosa nel bicchiere e altre poesie, Ed. Qualecultura –
1994) Franco Costabile
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