In molte famiglie arrivava il caffè dall’America allo stato
naturale. Era quindi necessario tostarlo con un apposito utensile, il
tostacaffè. Fatto in lamiera, aveva la forma di un cilindro in
orizzontale, con la base lunga come superficie da porre sul fuoco.
Sulla parte laterale c’erano dei fori; la parte superiore era
apribile per accogliere il caffè, e aveva un manico girevole con un
pomello di legno. Questo manico, che metteva in moto una paletta
interna, andava azionato per rendere possibile la tostatura di tutto
il prodotto che conteneva.
Dopo circa mezz’ora in cui l’aroma del caffè si diffondeva in
tutto il vicinato, i chicchi, introdotti di colore biancastro,
uscivano neri e profumati.
da Vittoria Butera: La magia degli oggetti.
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