sabato 22 giugno 2013

Mezzi di trasporto








U postale


Negli anni cinquanta a Conflenti, le auto presenti si contavano nelle dita di una mano. C'erano un paio di macchine da noleggio che, per andare nei paesi vicini, utilizzavano solo i ricchi.

 Per le piccole distanze, Decollatura, Martirano, Motta, la gente preferiva spostarsi a piedi. Per raggiungere Nicastro si prendeva il “postale”. Era sempre pieno, anzi strapieno. Carico di persone e di cose. Tutti i posti occupati e tanta gente in piedi. E poi galline, ortaggi, formaggi che i conflentesi portavano a vendere al mercato. Odori di vario tipo, alcuni gradevoli altri meno, tenevano compagnia per tutto il tragitto. Grispeddrare, barilari e cestai lo usavano quasi quotidianamente per trasportare la loro merce. Spurtuni, ciste, panari, varili venivano messi sul tetto del mezzo dove si saliva attraverso una scaletta posteriore. L'autista, Pepparieddru, lasciava fare. Era molto accomodante. Mai visto una persona così paziente. Per arrivare a Nicastro s'impiegava un'eternità. Ma con le strade che c'erano e continuano ad esserci, piene di curve, era cosa abbastanza normale. Lungo il percorso c'era sempre qualcuno che saliva o scendeva. Non esistevano le fermate fisse. L'autista non lasciava a piedi mai nessuno e accontentava tutti, facendoli salire o scendere nel posto più comodo. Praticamente un servizio a domicilio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

peppariaddu era na vera personacumu diciamu nue in gamba nu veru piazzu e pane