"Una
sera, credo durante la seconda elementare, rimasi a dormire a casa di
mio nonno Giuseppe. Al mattino seguente, la sua seconda moglie, nonna
Rusareddra, lavandomi il viso e il collo, scoprì dietro a uno dei
miei orecchi una crosta. Mi chiese come me la fossi procurata:
“Nonna, è il maestro che ci tira le orecchie e con le sue unghie
lunghe ci fa male”, risposi. Quella mattina a scuola volle
accompagnarmi lei. Andò dal maestro, gli mostrò la piccola ferita e
gli disse con chiarezza che se lo avesse rifatto due coltellate non
gliele avrebbe levate nessuno. Era un modo di dire spesso usato in
varie occasioni, ma detto da nonna Rosaria con la sua proverbiale
determinazione e col suo tono di voce aspro e secco, non era una
minaccia da sottovalutare. Da allora le mie orecchie furono
risparmiate dalle vezzose unghie del maestro Butera."
Nessun commento:
Posta un commento