"Ma
quando eravamo tra noi ragazzi, allora sì che ci divertivamo.
Eravamo allegri, inventavamo giochi nuovi, andavamo negli orti a
prenderci la frutta, cercavamo di fare dispetti, preparavamo le buche
che, opportunamente coperte, diventavano trappole per i malcapitati,
cacciavamo le lucertole che poi avremmo usato per spaventare le
donne. Un gioco che facevamo spesso con il mio amico Vincenzo Raso,
quando ci trovavamo nei gabinetti pubblici al campetto dietro alla
chiesa, era quello di provare a indovinare i proprietari dei vari
mucchietti di escrementi, leccornie per i mosconi che vi ronzavano
intorno. Nell’immaginare l’autore dei piramidali mucchietti con i
pantaloni tirati giù, in una posizione di per sé ridicola, mimando
con la faccia lo sforzo esercitato, crepavamo letteralmente dalle
risate e se per caso, dopo aver finito la nostra toilette,
incontravamo per le vie del paese uno dei nostri immaginari
defecatori, inevitabilmente riscoppiavamo a ridere, senza che il
malcapitato potesse immaginarne la ragione."
Dal libro di Enzo Butera: a domani
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