sabato 2 novembre 2013

Ricordo di Emilio Paola e donna Assunta

Donna Assunta e il figlio Emilio
Donna Assunta è stata un'istituzione nel nostro paese. Venuta da Scigliano si è subito integrata nel nostro paese. Proprietaria del "putighino", forse ereditato dalla famiglia del marito, e rimasta,  poco tempo dopo il matrimonio, vedova  è stata  uno dei pochi esempi, negli anni quaranta -cinquanta, di donne imprenditrici. Riservata, non superba ha saputo con determinazione gestire il lavoro e la famiglia.
Frequentava poche persone e non è mai entrata nei pettegolezzi delle donne del paese. Il suo atteggiamento imponeva rispetto e l'appellativo di "donna" a lei attribuito dalla gente del luogo ne è la prova.


Il figlio, prof. Emilio Paola è stato l'insegnante  di matematica di  diverse generazioni di conflentesi. Nel periodo in cui  nella scuola si rimandava più facilmente agli esami di ripetizione di settembre, nella sua casa, soprattutto d'estate, c'era un via vai di ragazzi di tutte le scuole, superiori ed inferiori, che venivano da lui per conoscere meglio la materia e apprendere le nozioni necessarie  per superare gli esami.
Era chiaro ed esauriente nelle sue spiegazioni. Anche molto paziente.
 Amava rispettare le regole  e voleva che anche gli altri le rispettassero.
Sua madre, aveva  l'abitudine  di aprire il tabacchino, oltre gli orari normali, anche  nell'ora di pranzo e di cena.  Bastava bussare alla sua porta e lei scendeva per servire i clienti. Magari solo per qualche cartina e un po' di tabacco. Faceva e rifaceva le scale più volte al giorno. Quando  Emilio si laureò  e tornò a Conflenti  impose che si rispettassero  gli orari ufficiali. Da allora in poi fu inutile bussare. Nessuno venne più ad aprire il tabacchino. Inizialmente fu un po' difficile abituarsi, ma in poco tempo la gente  capì ed accettò le nuove regole.
 Nel Municipio  di Conflenti c'era l'abitudine per molte persone, che forse si ritenevano superiori agli altri,  di "saltare" lo sportello ed entrare direttamente  nell'ufficio anagrafe per farsi servire. Lui, quando fu sindaco, impose  che tutti,  indistintamente, dovessero fare  la fila, ristabilendo l'ordine e rispettando giustamente i diritti di tutti.
Emilio era una persona  umile e disponibile, ma amava anche la sua libertà. Quando insegnava a Decollatura ci andava ogni mattina con la sua Cinquecento. Più di uno cominciò ad approfittare di questo suo trasferimento giornaliero, per chiedergli un passaggio, sin dalla sera prima. Pertanto ogni giorno egli si ritrovò ad avere qualcuno da accompagnare. La cosa diventò una vera e propria schiavitù  per cui non fu più libero di partire nell'ora in cui desiderava. Era obbligato ad aspettare il compagno di turno. Siccome non sapeva dire di no a chi  gli chiedeva un favore, prese la decisione che gli consentì di riconquistare la libertà desiderata: tolse definitivamente il sedile a  fianco del guidatore.
Tranne poche eccezioni  i sindaci diventano tali dopo una lunga  militanza in un partito. Emilio Paola diventò sindaco non perché appartenesse a questo e a quel partito, ma perché aveva la stima della gente.
Conosceva tutti ed era gentile nei confronti di tutti. Amava la compagnia e si ritrovava spesso con un gruppo di amici, più o meno, coetanei.
Partecipava alle feste del paese  e collaborava a costruire piccoli e rudimentali palloni aerostatici.
Negli ultimi tempi si trasferì  a Nicastro con tutta la famiglia, madre e moglie.  Vendette la casa dei genitori, ma si riservò una stanza quasi  a volervi mantenere i ricordi della sua infanzia. Infine la cedette definitivamente quando si accorse che il paese era profondamente cambiato e gli amici di un tempo erano andati via. D'allora in poi, le sue visite a Conflenti divennero  sempre meno frequenti, sino  a cessare del tutto.  Non certamente per disamore al paese, ma perché, come succede a tanti che vivono lontano dal luogo natale,  preferiva  mantenere il ricordo  di un mondo  che  aveva molto amato e conservare l'illusione che tutto fosse rimasto prima.

 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

iu pensava ca iddu era buanu cumu a mamma sua ,e ccussi mo sungu certu ca iddu era bravu e mi vogliu augurare che ancora e' God Bless

Unknown ha detto...

Solo ora mi è capitato di leggere questa recensione su Emilio Paola
È stato mio insegnante negli anni '50 e anche se sono trascorsi tanti anni, lo ricordo con tanto affetto e stima.Io adesso ho 75 anni eppure i miei ricordi,quelli piu cari,sono sempre vivi.Non so se vivi ancora,me lo auguro.Comunque CIAO con tanto affetto
Nicola Trapuzzano. Perth,Australia

Anonimo ha detto...

grazie per aver ricordato mio padre