La famiglia di Domenico Gallo (antenato di Ofelia) |
Testo ripreso da Facebook , scritto da Ofelia Gallo,
argentina di origine conflentese e liberamente tradotto da Antonio Coltellaro.
Il brano originale in spagnolo è in fondo alla pagina.
Il 30 ottobre del 1983 ci alzammo
presto; era una domenica diversa; da quando avevo 18 anni aspettavo
un giorno come questo; avevo già 26 anni e votavo per la prima
volta. Io, mia madre e mio fratello prendemmo il 172 e andammo sino
alla scuola Giappone, nella Villa Luzuriaga alla “Matanza”.
La fila di gente che aspettava era più
di un isolato. Ogni volta che voto sento la stessa emozione; viviamo
in un paradiso e quelli che abbiamo vissuto nell'inferno anteriore
all'83 possiamo affermarlo.
Studiavo nella città universitaria e
quando finivo i corsi di notte cercavo di raggiungere il più
presto possibile l'autobus per arrivare a casa; ogni notte i
militari, appena lasciata la cittadella, lo fermavano e facevano
scendere tutti gli uomini, anziani, giovani, bambini. Le donne
restavano dentro e c'era sempre qualcuno che si permetteva di fare quel che voleva.
Bisognava accettare con rassegnazione. Tutte le volte che sentii
qualcuno protestare o affrontarli non l'ho visto più. Quando
l'autobus partiva, restavano giù...
Abbiamo convissuto con l'orrore!!! per
questo non posso capire coloro che dicono di rimpiangere quei tempi.
Non voglio tornare in quell'epoca.
Possiamo essere d'accordo o non, con il
governo di turno, però non dobbiamo rinunciare a difendere questa
democrazia. E' il tesoro più grande che abbiamo insieme al nostro
territorio.
Abbiamo il dovere di insegnare a coloro
che ci seguono, a chiedere, mantenere e difendere questa democrazia che è
la nostra.
Felici 30 anni di democrazia per tutti.
Nessun commento:
Posta un commento