| Il viadotto della Fiumarella | 
-Circa 50 anni fa, il 23 dicembre del 1961, vale a dire l'antivigilia di un  Natale,  in
 un'Italia in pieno boom economico, la solita sveglia all'alba per un 
giovane di belle speranze di Conflenti.L'età di 18 anni, il penultimo 
anno della scuola Magistrale ed un futuro assicurato di insegnante, 
consegnavano a quel giovane le giuste speranze verso il futuro.
Futuro, però, che quella mattina, di lì a poco, gli avrebbe girato le spalle inesorabilmente e per sempre.
La
 sua forte determinazione di percorrere pienamente la sua vita e di 
voler raggiungere velocemente tutti i suoi obbiettivi, lo ha portato, 
anche in quella giornata di pre-festività, a fare il suo dovere, 
declinando il “fatale”invito rivoltogli, quella stessa mattina, da un 
suo amico fraterno, di concedersi le vacanze natalizie anticipate.
            Nessuno è riuscito a fermare quel giovane, proteso dal dovere, verso un destino amaro, ingiusto ed incomprensibile.
            Il
 “postale” era lì pronto, vicino casa, per condurlo a Decollatura e, 
quindi, “assicurarlo” all’interno di quel vagone ferroviario, dietro la 
motrice, diretto, come tutte le mattine, verso la sua scuola, i  compagni, i libri, i professori, ed il futuro.
            Ma quale futuro.
            Un
 viaggio, quel giorno molto affollato, descritto dai fortunati 
sopravvissuti, come particolarmente “vissuto” da tutti i numerosissimi 
presenti, per la grande allegria e  compartecipazione.
Erano tutti giovani e giovanissimi, tra loro molto amici, e già clima pre-natalizio.
Il treno intanto procedeva, tra l’indifferenza di tutti, fino a quel fatidico ponte, ingloriosamente noto come “Fiumarella”.
Alla
 fine di quel maledetto cavalcavia, tutti gli ospiti all’interno di quel
 vagone, avvertirono un inconsueto fremito corporeo, descritto dai 
pochi, addirittura come quella sensazione fisica piacevole di chi è 
quasi sospeso.
Sensazione
 di pochi istanti, il tempo che il vagone si staccasse dal cordone 
ombelicale, con cui era ancora annesso al locomotore, e si aprisse lo 
scenario apocalittico del precipizio nel vuoto, in un interminabile 
viaggio che ha cancellato, in un sol colpo, tutta l’allegria, lasciando 
dietro si sè il silenzio, la sofferenza, il vuoto e tutte le speranze.
Conflenti
 ha contribuito con una giovane vita, alla tragedia più grave di tutti i
 tempi della storia della Ferrovia Italiana, che ha contato 71 decessi, 
tutti appartenenti al territorio limitrofo al nostro, con una pena 
maggiore per il Comune di Decollatura, dove c’è, di fatto, la mancata 
presenza di un’intera generazione.
PARLANDO
 DA LIBERO CITTADINO E NON DA SINDACO, CONFLENTI E LA  SUA 
AMMINISTRAZIONE PUBBLICA, A MIO PARERE, NON PUÒ MANCARE, AL SUO DOVERE 
DI OFFRIRE I VALORI DELLA MEMORIA, E DI RACCONTARE, SOPRATTUTTO AI PIÙ 
GIOVANI,  A DISTANZA DI 50 ANNI DA QUEL MALEDETTO GIORNO, UN EVENTO COSÌ DRAMMATICO ED ONORARNE OPPORTUNAMENTE IL SUO CADUTO.
            QUESTO MOTIVO MI HA INDOTTO, DOPO AVERNE CHIESTO ED OTTENUTO VERBALE AUTORIZZAZIONE  AI FAMILIARI , DI SCRIVERE QUESTO MIO PENSIERO PLURIARTICOLATO SU UNO  STRAORDINARIO COMUNICATORE SOCIALE COME E’ “FACEBOOK”, PER CONOSCERE I  VOSTRI COMMENTI E CONSENSI.
L’IDEA E’ QUELLA DI INTITOLARE UNA STRADA COMUNALE A QUESTO SFORTUNATO PERSONAGGIO CHE CI È STATO TOLTO  TROPPO PREMATURAMENTE, PER UN DESTINO OSTILE E AMARO.
            AVRETE CERTAMENTE NOTATO CHE NON E’ STATO MAI DA ME, DI PROPOSITO, ESPLICITATO IL NOME DEL PERSONAGGIO IN QUESTIONE, PERCHE’  LO STESSO E’ IRRILEVANTE RISPETTO ALLA SUA STORIA.  
            GRADIREI CONOSCERE IL VOSTRO LIBERO PENSIERO, PER ATTIVARE LE DECISIONI PIÙ OPPORTUNE.
            GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE SOCIALE.   
                                                                Dr. Giovanni Paola
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