" Uno degli errori del regno sabaudo fu comunque lo scioglimento delle forze garibaldine, che godevano ancora molta popolarità, ma di cui i militari di carriera si fidavano pochissimo. Se le avessero integrate nell'esercito regolare, sarebbe andata allo sbando un po' meno gente addestrata all'uso delle armi, e soprattutto se ne sarebbe avvantaggiata l'immagine di un esercito che appariva "straniero" quasi quanto i francesi, gli austriaci e gli spagnoli. Si può citare in proposito il caso del brigante Chiavone, "capomassa" di una banda che operava a cavallo dei confini meridionali dello Stato Pontificio, il quale aveva per l'eroe dei due mondi quasi un'idolatria, al punto di farsi chiamare il " Garibaldi dei Borboni". Dei volontari garibaldini furono mantenuti solo alcuni reparti, come la famigerata "Legione Ungherese, che potevano essere utilizzati come brutale forza d'urto di un'indiscriminata azione repressiva.
da: Tarquinio Maiorino, Storia e leggende di briganti e brigantesse , Piemme 1997, pag 98
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