martedì 4 maggio 2021

Aprili chiovusu, Maju ventusu

 Aprili chiuvusu, e Maju vintusu". "Maju ci sunu li diavuli ni l'aria".

Il 3 di Maggio, secondo la credenza popolare, era un giorno nefasto, non era prudente uscire fuori casa, erano giorni ventosi, venti caldi come "Sciroccu", o peggio ancora il "Minziornu” o “Mazzamareddu”. Si credeva che questi venti fossero la manifestazione di diavoli, sbucati dall'inferno per tormentare uomini e bestie. Era credenza comune che, attraverso la bocca, qualche spirito maligno, si sarebbe potuto intrufolare nel corpo di qualche persona e che avrebbe provocato pazzia, smanie, isterismi, depressione o peggio ancora la possessione. Per questa ragione, le mamme stringevano a sé i propri bambini e si rinchiudevano in casa, le donne che venivano colte da una folata di vento, si tappavano la bocca, incrociavano le gambe e si segnavano col segno di croce, recitando il seguente scongiuro:
Ti scungiuru satanassu,
ppi lu Santu Crucifissu,
di mia vattinni arrassu,
tonnitinni ni l'abbissu.
Per tutto il giorno era consigliato non lavare i vestiti, né stenderli al sole. Non si setacciava la farina, non si infornava il pane, non si poteva spazzare a terra. Si credeva che il 1 maggio, San Filippo, scatenava i diavoli, mentre il 3 maggio Sant’Alessandro li riporta in catene.
San Fulippu, San Fulippu, cuorpu santu e binidittu.
La me' casa è muntuata, nun ci po' lu malidittu.
Pi' la strata e pi' la via c'è lu mantu di Maria.
San Fulippu andiamu, andiamu.
San Fulippu a vui circamu,
Pi nuatri piccatura
misericordia do Signuri.
i contadini siciliani che conoscevano molto bene questi venti, sapevano che portavano con sé sabbia, rendendo difficile il lavoro dei campi, cosi, appena si accorgevano che il vento stava per arrivare gridavano:
“Li diavuli pri l’aria cci sù!” alzavano la mano sinistra in aria e, tracciando tre croci in direzione del vento, urlava parole di Scongiuro:
“Mazzamareddu,
ccu la mazza ‘n coddu,
passa di ccà,
ca ti rumpu lu coddu!”
e correvano a mangiare dell'aglio crudo, si credeva che I diavoli erano dotati di un olfatto molto sensibile detestavano l'odore e di conseguenza non si avvicinavano a coloro che ne avevano mangiato qualche spicchio. e dopo aver mangiato l'aglio Recitava :
“Santu Filippu e Jàpicu biati,
Apostuli putenti e putintati,
Agnisdei, Agnisdei, Agnisdei,
L'ariu binidiciti ed annittati!”
“Va fora, brutta bestia!”.(riferito al diavolo)
Tra i tanti venti, molto temuto dai contadini siciliani era il “Mazzamuriddu”. Il Pitrè descrive u Mazzamuriddu come il 4 diavolo. Ecco cosa scrive: «Tra’ tanti e tanti diavoli che popolano l’inferno, la tradizione ne distingue sei (principali), ai quali dà nomi ed uffici speciali:
1 Lu Gifru o Cifaru o Capu Cifaru Zifaru;
2 Varsu cani;
3 Farfareddu o Farfaricchiu o Nfanfarricchiu;
4 Mazzamareddu o Ammazzamariddu ed anche Mazzapaneddu ;
5 ‘Ntantiddu o Tentaturi ;
6 Zuppiddu.»
Mazzamureddu ha proprio la missione di spaventare gli uomini sia coi vortici del vento, d’onde il suo nome, sia coi terremoti, sia con le tempeste, sia con le trombe marine. Devasta, distrugge, uccide, trasporta a lunghe distanze; sicché il danno, e le carestie che ne sopravvengono sono innumerevoli.
Tratto da: Usi e costumi credenze popolari di G. Pitrè

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