Sono trascorsi ventinove giorni dal mio rientro dalla Lombardia a Conflenti. Sono chiuso in casa da seicento novantasei ore e tutto improvvisamente è cambiato. In quest’epoca di ritmi frenetici, quelle mie giornate inquiete d’un tratto sono diventate lente, pazienti, ricche di attese.
I primi giorni di quarantena sono stati duri, ho avuto il timore di rimanere solo, perché questa non era una solitudine voluta. Solo dopo qualche giorno ho compreso che, al contrario, la stavo cercando da tempo. Ho ritrovato quella serenità che solo il silenzio sa dare.
È anche vero però, che noi di vico XIII Garibaldi di Conflenti, al silenzio siamo abituati, come al mormorio del fiume Salso, che fanno parte della quotidianità dei pochissimi residenti che attendono il mese di Agosto per risentire il cigolio delle porte che forse anche quest’anno gli emigrati riapriranno. Con il passare dei giorni, la quarantena da volontaria è diventata obbligatoria.