martedì 27 giugno 2017

Donna Ortensia e Vittorio Isabella.

Seguiendo el vuelo de mariposas.

Prima di abitare a Conflenti Inferiore, Ortensia e Vittorio Isabella  vivevano a Conflenti Superiore nellla casa attualmente di proprietà degli eredi Folino (Tonino , Sergio, Clara ecc).  Ci andavo  spesso perchè  mia madre  mi mandava per fare  delle commissioni. Quasi sempre intravedevo l'uomo occupato con i suoi orologi. Era la moglie che intratteneva le relazioni sociali ed era sempre con lei che parlavo.  Era una  donna che m'incuriosiva e m'intimidiva  perché diversa dalle  donne del paese. Già il fatto di doverla chiamare donna creava delle distanze che di solito non c'erano nel rapporto con le altre del paese. Il suo modo di parlare, il  vestire, la sua maniera  di porsi  erano differenti. Ti accoglieva con un sorriso e chiedeva sempre della salute dei familiari. Ti faceva sedere e ti offriva sempre qualcosa, generalmente un dolcino. Nella stanza d'entrata c'era una stampa con una scritta in spagnolo : " Seguiendo  el vuelo de mariposas".  C'erano rappresentate delle farfalle e più o meno capivo il significato, ma un giorno mi feci coraggio e le chiesi cosa volesse dire  quella frase. Lei, che di solito stava in piedi, si sedette e mi raccontò:
"Mariposas" è una parola spagnola; significa farfalle. La frase significa: "Seguendo il volo delle farfalle". Io vengo da un paese molto lontano: l'Argentina. Paese immenso, dalle grandi pianure. Quando qui è inverno, là è estate.  E viceversa.Vivevo lì con la mia famiglia emigrata da Napoli. La stampa che vedi era già nella mia stanza  in Argentina e l'ho portata con me quando sono venuta in Italia. Le farfalle sono i sogni che uno insegue e spera che un giorno o l'altro si realizzino. Io non  ho mai cessato di sognare. Sì, io vengo dall'Argentina e lì vivevamo molto bene. La mia famiglia aveva una grande fazenda con tanti terreni e molti cavalli. Anch'io cavalcavo. Certe volte per ore e ore; una volta mi persi ed ebbi difficoltà a rientrare, ma il cavallo riuscì a riportarmi a casa. Facevamo delle grandi feste, durante le quali  si ballava,  si cantava e si mangiava tanta carne.
Come ti dicevo, ognuno di noi ha dei sogni e li insegue. Avevo tanto sentito parlare dell'Italia, delle sue città, della sua gente piena di entusiasmo e mi sarebbe piaciuto andarci. Così quando conobbi Vittorio che dopo un po' di tempo mi propose di sposarlo e di seguirlo in Italia non ci pensai due volte ed accettai.. Al momento non pensai alle difficoltà che avrei incontrato e alle lunghe distanze che mi avrebbero separato dai miei familiari e che forse non avrei mai più rivisti. Quando si ama si decide sempre con il cuore, mai con la testa. L'Italia l'avevo sempre immaginata come un Eldorado.
Partimmo in nave. Un viaggio  lunghissimo e penoso anche per gli alti cavalloni che qualche volta si riversavano  sul ponte. Le prime impressioni che ebbi dell'Italia furono buone: dapprima a Genova , poi a Napoli.  Specialmente in quest'ultima città la gente dimostrava molta gioia di vivere: urlava, cantava, si spostava in gran fretta. Sembrava che ci fosse una festa continua. Restammo qualche giorno e tutto fu molto bello. Poi partimmo per Conflenti e il paese, devo essere sincera, mi  piacque poco. Abituata ai grandi spazi, qui con tutte queste montagne mi pareva di soffocare. Giorno dopo giorno fui costretrta ad abituarmi. Mi fu molto difficile  instaurare rapporti con gli abitanti. Gli uomini per quialsiasi argomento preferivano parlare con mio marito.  Mi rispettavano, ma non credo che mi dessero molta importanza. Con le donne, i nostri mondi erano troppo diversi per trovare dei punti d'incontro. Avevano delle paure che non avevo lontanamnte immaginato e si vedeva  che molte erano succube dei mariti.  Le nostre conversazioni, si fa per dire, si riducevano  a due, tre frasi. Del mondo, al di fuori di Conflenti, conoscevano poco. Casa, lavoro e figli erano gli esclusivi loro interessi. Di feste, musica, balli era inutile parlare, roba di perdizione. Dopo essere uscita per i primi giorni, anche per conoscere il paese,  decisi di fare una vita da reclusa.. Fortunatamente Vittorio col lavoro che fa, resta tutto il giorno in casa e mi fa sentire meno sola. Ci vogliamo bene e i sette figli che abbiamo avuto sono il frutto del nostro amore. I figli riempiono la mia giornata e mi hanno permesso di conoscere un altro tipo di vita. Ai figli VIttorio ha trasmesso la sua passione per gli orologi, io quella per la musica. Ogni tanto ci riuniamo e facciamo un piccolo concerto. Io suono il violino e le note che escono dal mio strumento sono come tante farfalle che volano e portano i miei sogni al di là dell'oceano. Sì, io continuo a inseguire las mariposas e i miei sogni.

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