La sera dell'uccisione del maiale nelle case si festeggiava preparando una gran cena accanto alla " quadara". Si mangiavano le " frittule". Per l'occasione s'invitavano parenti e amici ed anche qualche povero del paese. Si faceva una gran festa. Si mangiava , si cantava e si beveva vino in quantità. In una di queste feste una volta era stato invitato anche Vicienzo, un sempliciotto del paese.
La padrona di casa, quando arrivò, gli offrì da mangiare e da bere in abbondanza, ma lui un po' ingordamente, pensò bene di prendersi qualcosa da portar via e, approfittando della confusione e della distrazione degli altri, afferrò un bel pezzo di lardo e se l'infilò nei pantaloni. Pensava di andarsene velocemente per evitare di essere scoperto, ma poi gli offrirono di nuovo da mangiare e da bere e lo fecero sedere vicino al focolare. Il caldo era soffocante; il vino lo stordì un poco e Vicienzo dimenticò di alzarsi e andare via. L'occasione per lui era più unica che rara. Continuò a mangiare e a bere, sopportando stoicamente il caldo e lo stordimento. Più tardi si notò che le donne evitavano di avvicinarsi e di volgersi dalla sua parte, mentre sulle labbra degli uomini cominciò ad affiorare qualche sorrisino: sui pantaloni di Vicienzu era apparsa dalla parte delle pudenda una macchiolina che s'allargava sempre più. Nessuno osava dir niente. Vicienzu nella sua semplicità non s'accorgeva di niente. Poi improvvisamente lanciò un urlo; si mise in fretta le mani tra le gambe, strappando i pantaloni e tirò fuori... un pezzo di lardo caldo e gocciolante.
A. Coltellaro
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