Un'analisi chiara, completa del sorgere e dello sviluppo della mafia a Lamezia.
" Una collettività che rimuove i fatti che hanno segnato tragicamente la sua storia senza farne memoria e senza provare a spiegarsene le ragioni, rinuncia ad un buona occasione per progredire."
(dalla controcopertina)
"E' giusto che noi cittadini meridionali pretendiamo che non vi siano due Italie, è giusto che i treni che attraversano la penisola non cambino confort e look a seconda se viaggiano da Roma verso il Nord o verso il Sud, è giusto esigere che il Mezzogiorno e la Calabria non siano solo mercato e consumi, è giusto rivendicare pari dignità e piena cittadinanza tra chi vive in Calabria o in
Lombardia, ma è altrettanto giusto e necessario che da parte nostra si acceleri nel recuperare senso civico e legalità e a vivere da protagonisti impegnati in una nuova grande rinascita sociale e culturale, presupposto indispensabile per qualsiasi credibile progetto di sviluppo e di riscatto" (pag. 15)
"" ... anziché riflettere sulle vie praticabili e durature di uno sviluppo sociale, economico e culturale del territorio, ci si sofferma nel solito e facile vittimismo, sulla mortificazione che la città deve subire da parte della vicina Catanzaro e dei non meglio specificati poteri politici esterni che tramano contro Lamezia " (pag. 102)
1 commento:
quannu u papa dice ti vuagliu bene un dice sulu chiddi do nord o sulu i romani ma dice plurale e allura quannu a gianti dicenu indiatru grazie ppecchi u fanu tutti quanti assieme grazie insieme chiddi e sutta o du mmiansu o de chiddi do nord ca nue i chiamamu pulentuni .u fattu e cara vassa italia cce sunu due guviarni unu era maffia e latra sunu i latruni u guviarnu eppoveri nue ieri e ojie.
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