‘U fusu e ra cunocchia
fusu dal latino fusus. Plurale: fusi (Reggio Cal.: fusara)
espressione dialettale: Filare sempre a ru stessu fusu. Tutto procede sempre allo stesso modo.
Cunocchia: (dal latino colucola diminutivo di colus) conocchia; rocca.
Cunocchiella: piccola conocchia
Cunucchiata: quantità di lana, lino o altro che viene avvolta alla conocchia per essere filata.
Fuso e conocchia, dalle più antiche civiltà sino ai nostri giorni e in tutti i luoghi, sono sempre stati i simboli delle virtù femminili e del tempo che scorre. Sono oggetti che ritroviamo spesso presenti nella rappresentazione delle grandi dee e nelle figure mitiche che governavano i momenti più importanti della nostra vita, nelle donne presenti durante una scena di nascita ecc.
Ricordiamo: Parca dea tutelare della nascita, Nona e Decima che presiedevano agli ultimi mesi di gravidanza, Cloto che, tenendo la conocchia, filava il tessuto della vita, Lachesi che tramava e stabiliva il destino, Atropo che recideva il filo dell’esistenza umana.
Anche la Madonna, descritta nell’Annunciazione, per gli stessi motivi simbolici, in tantissime opere d’arte bizantine, è rappresentata con il fuso e la conocchia
Inoltre, la Bibbia , nel Libro dei Proverbi, indica il fuso e la conocchia come simboli dell’attività di una donna perfetta, onesta e laboriosa, che si rivelerà una brava moglie e
buona madre
Nel mondo greco ed etrusco ed in quello romano essi venivano dati nei riti nuziali, inseriti nei corredi funerari ed indicavano il destino ed il tempo.
La sposa romana riceveva come dono di nozze fuso e conocchia dalle mani della suocera, che l’attendeva sulla soglia di casa con questi strumenti indispensabili per assolvere al fabbisogno domestico dei manufatti tessili.
Dal libro di Vittoria Butera : la magia degli oggetti
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