Ridate voce alle nostre campane!
Da lungo tempo la chiesa
di San Nicola è abbandonata a se stessa. Nell'indifferenza totale.
L'acqua penetra nell'interno e le crepe si allargano sempre più.
Una volta era il punto centrale del paese (intendo Conflenti
Superiore); luogo di aggregazione per grandi e bambini. Ora è solo
un rudere e, per evitare problemi, è meglio starne lontano. Ormai è
chiaro che la Chiesa non ha nessuna intenzione di spendere un euro
per rimetterla in sesto. Dopo averla volutamente abbandonata per
decenni e lasciata in balia delle intemperie, ora ci dice: ma
che volete, ormai è un rudere, non ci sono opere di valore
artistico, non ci sono fedeli; è uno spreco ricostruirla.
Certo oggi è così. Ma per mancanza d'interventi a tempo debito.
Se un malato non lo curi, prima o poi muore. Coloro che dovevano
occuparsene non l'hanno fatto e l'hanno lasciata morire. Distratti
forse dall'utilizzo di soldi in investimenti più redditizi. Nessun interesse da parte loro
per la nostra storia e le nostre tradizioni. Romanticismi inutili! E
allora tanto valeva abbatterla subito senza prenderci in giro per
tutto questo lunghissimo tempo. A che serve continuare a tenerla in
vita lasciando che, uno dopo l'altro, cadano i muri e gli altari? Fatto
il danno è inutile piangerci sopra e continuare con lo
scaricabarili delle responsabilità. Si prenda una decisione
definitiva e la si abbatta. Con buona pace di tutti. Piangeremo, ma
infine ce ne faremo una ragione. Salvate però il campanile e,
naturalmente, le campane. L'edificio, costruito a lato della chiesa,
è ancora integro e un intervento più o meno rapido potrebbe
mantenerlo in vita.
Ma perché farlo? Perché,
per noi casalini, il campanile come la chiesa, riveste una
grande importanza. Dai tempi dei tempi le campane hanno accompagnato
le tappe tristi e liete della nostra vita: nascite, matrimoni, morti,
battesimi, cresime. Qualche volta hanno chiamato a raccolta i
cittadini per incendi scoppiati in paese o nelle campagne. Hanno
scandito il tempo per i nostri lavoratori e sostituito egregiamente
gli orologi in tempi in cui pochi ne possedevano uno.
Qualcuno potrebbe
obiettare: ma a che vi servono altre campane se avete quelle d'a
madonna u ritu? A quel qualcuno rispondo che la chiesa di san
Nicola è sempre stata la nostra chiesa matrice e attorno ad essa è
sorta e cresciuta la nostra comunità. La nostra origine, lo
ribadisco ancora una volta, è diversa da quella di Conflenti
Inferiore. E questa diversità si evidenzia nei nostri usi e
costumi: il dialetto, i tipi di lavoro e anche dal suono delle
campane. Le nostre ne avevano uno caratteristico: pieno e profondo.
Unico nella zona. Riconoscibile a chilometri di distanza. Una voce
amica che ci accompagnava nel corso della giornata, ci salutava nei
giorni della partenza e ci accoglieva al ritorno da paesi lontani.
Una colonna sonora nel percorso della nostra vita.
Non a tutti era dato
suonarle; in particolare il campanone; per dargli slancio, oltre che
forza di muscoli, ci voleva una buona conoscenza delle sue reazioni.
Tale e quale un animale selvaggio, bisognava avvicinarlo con cautela e
lentamente addomesticarlo sino a quando cedeva e si lasciava
dominare dalle mani abili del sacrestano o di un suo sostituto. Noi
ragazzi andavamo spesso nel campanile ed eravamo fieri di aiutare a
tirare le funi. Ci divertivamo anche, attaccandoci ad esse, a farci
trasportare su e giù. Divertimenti d'altri tempi!
I rintocchi delle
campane ci hanno accompagnato per secoli. Sono mute da circa
cinquant'anni. Fatele suonare ancora perchè qualche briciola del
nostro passato resti in eredità ai posteri. Fatelo prima di
destinarle a un convento o a un monastero dei dintorni o a una
fonderia.
Antonio Coltellaro
Antonio Coltellaro
Nessun commento:
Posta un commento