martedì 7 ottobre 2014

Strade del mio paese

STRADE DEL MIO PAESE

Ho ritrovato un poco di me stesso
scendendo questa sera in mezzo a voi,
strade del mio paese! La mia voce
odo ancora d'un tempo che cantava
il primo amore a una finestra chiusa...


e come allora ancor sul davanzale
il geranio fiorisce. Dei miei passi
odo il rumore lieve sul selciato
e sembra l'eco dei miei passi antichi.
Ma c'è -sotto la luna -nei riflessi
delle vetrate, c'è nel fioco lume
delle lampade basse, c'è nel vano
delle porte, nell'ombra delle case
come un senso profondo d'abbandono,
un senso di tristezza.
A quando, a quando:
la voce di qualcuno, non so dove;
lo stormir d'una fronda; il grido roco
d'un uccello nel buio; i tocchi ottusi
dell'orologio su di San Teodoro.
lo passo - come allora -ma non vedo
la scalinata della Cattedrale,
bianca di marmi: vanto del paese;
né più il Caffè di Ciccio Federico;
né più la spezieria di Don Guglielmo.
lo passo -come allora -ma non vedo
la catasta di casse sulla porta
di «Pietro 'a Calatella»; più non scorgo.
«Migni-Mogni» dormir sopra un gradino,
nel vano d'un portone; né più sento,
venir dal vecchio cinema le note
di Donna Porzia e di Don Bernardino.
Tutto è diverso! E di quel tempo, ormai,
solo il ricordo resta -in fondo al cuore
or triste come voi, strade deserte:
strade del mio paese.

   Dario Galli (Nicastro)

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