" Selene è la più inquietante città morta della Calabria. Perché è nata morta e le persone che la dovevano abitare non l'hanno mai conosciuta. La sua (come quella del quinto centro siderurgico, come quella della Sir) è stata una vicenda di brevissima durata consumatasi in giochi perversi che hanno visto come protagonisti la grande industria, le mafie, i governi nazionali e regionali. Con qualche ragione si potrebbe sostenere che sia stato meglio così, ma è stato l'ennesimo fallimento, l'ennesima espropriazione di paesaggi e speranze "
Vito Teti- Il senso dei luoghi- pag. 23
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