martedì 16 gennaio 2018

Il commercio del vino a Conflenti.

 Una delle cose per cui nei paesi ti accorgi del variare delle stagioni sono gli odori. Ce n'erano tanti a Conflenti per  segnalare l'arrivo dell'autunno, ma uno in particolare lo caratterizzava: quello dell'uva e poi del vino, quando
  per le vie del borgo; dal ribollir de' tini; va l'aspro odor de i vini; l'anime a rallegrar


 La vendemmia   era una gran festa che durava almeno una settimana; tutto il paese  viveva l'avvenimento con grande agitazione e partecipazione. Chi più, chi meno, erano coinvolti tutti. In tanti erano proprietari di vigneti, piccoli o grandi, e ci si lavorava per tutto l'anno. Un lavoro lungo che richiedeva impegno, sacrificio, abilità.  A Conflenti Superiore questi vigneti erano quasi tutti situati  in zone  a pendio e terrazzate a nord. Tra i proprietari, piccoli e grandi,  ricordo: Giuanni e Giulio, Lucianu u mutu, i conami, Ernestu Paula, Nicolino Folino, Giuanninu Folinu, Maria Iudice, Pietru Rasu, Coltellaro, Micodinu, Grigoriu Roperti, i Montoro, il farmacista Pontano, Ginu Villella ecc.
La  raccolta dell'uva avveniva, agli inizi di ottobre, con l'aiuto di parenti e di amici  e, nei vigneti più grandi, con l'impiego di operai (particolarmente donne). Poi  la si trasportava al paese con ciucci e muli o con donne (e jornatere) che la portavano sulle loro teste in tinozze di varie dimensioni. Nel paese veniva pigiata ed erano sempre  ragazzi che, con gran divertimento, lo facevano.
Il vino, quasi  esclusivamente rosso, era buono e se ne produceva in grande quantità.  Qualcuno lo utilizzava per uso proprio,  o lo ragalava ad amici e parenti.  Altri invece lo commerciavano.  
Se ne faceva anche largo consumo nel paese perché ricordo che, all'epoca, c'erano cinque o sei "cantine"  molto frequentate: Maria e Costantinu; Nicola e Polina; Giuanni e Peppe a Marca e un paio nella zona Sant'Andrea.
Sino agli anni sessanta il nostro vino era conosciuto ed apprezzato in numerosi paesi calabresi e il suo commercio era molto fiorente.  Oggi se ne produce poco ed altri paesi ci hanno superato per qualità e  quantità del prodotto. I vigneti che una volta erano tanti e sparsi in quasi tutte le zone del paese, da Muraglie alle Pastine, dall'Ardano a Savizzano, sono stati quasi tutti abbandonati. Di conseguenza sono spariti anche cestai e barilai che fornivano il materiale necessario per la raccolta, il trasporto e la conservazione del  prodotto.
La quantità che si produceva era notevole, oltre ventimila quintali, e quindi, per smerciarla, nel paese sorsero alcune attività commerciali. A capo di queste ricordo Peppe e Vricita, Lelle  a   magara,  Errnesto Baratta,  Esposito, Battista Folino, Ninni Roperti.

 Ecco il  racconto di Sestino Folino, conflentese, che a lungo, dal 1944  sino a pochi anni fa ha esercitato questo commercio:

"I miei ricordi vanno dal 1944 in poi, da quando avevo dieci anni.
Il commercio del vino si esercitava già da tempo, anche durante la guerra. Tra i commercianti c'erano mio padre (Battista); Raffaele Roperti (Lelle a Magara),  Peppe e vricita e poi  mio cognato Emilio (Verardinu). All'inizio lavoravano tutti insieme. Papà  si limitava a fornire il capitale e a fare  la contabilità.  Non ha mai viaggiato. Gli altri acquistavano e  vendevano. Si occupavano anche  del trasporto, che inizialmente veniva  fatto con carri e muli, poi con camion. Il primo autista è stato Bruno Gimigliano, l'unico all'epoca ad avere il tipo di  patente  per guidare un camion; in seguito collaborò anche  mio zio Evaristo,  ritornato dalla guerra.
Verso la fine degli anni quaranta, Peppe e vricita  comprò  un  camioncino chiamato Visconteo, si staccò da noi e cominciò a commerciare nei  paesi più lontani. Il figlio ntoni, più tardi, lo aiutò nella sua attività.
Il primo camion, degno di questo nome l'abbiamo comprato, dopo la guerra, a Roma, intestato a  Eugenio Isabella di San Mazzeo (direttore del Policlinico di Roma); un fiat 126 che all'epoca era in esposizione. Poi abbiamo avuto un fiat 509, fiat 626, un Om super taurus, un Alfa Romeo 430 e poi 750.
La produzione  era tutta locale e sino agli anni cinquanta si producevano circa 22 mila quintali di vino. Il raccolto dell'uva avveniva in tutti i dintorni: Ruggieri, Savizzano, Muraglie ecc.
Tra i produttori i vino, i più importanti erano:  Costantino Pontano (farmacista) 600 quintali, 800 barili; i Montoro (Ciccio, Nicola); Carlo ed Ettore Stranges, Don Paolino Villella,400 quintali; Vittorio Montoro, Nicolino e Oreste Folino; (Conflenti Superiore), 100 quintali; Ernesto Paola;Giovanni Villella (e Giulio) Tommasino Stranges,  Sallustro Marasco di Martirano, Stranges (l'ammiraglio) a  Muraglie.
Tra gli operai che abbiamo avuto ricordo Giuanni e Juriddru, Michele u paganu, Luigino Mercuri, Garibaldi, e infine Jacupinu che in seguito, 50-51,  è andato a lavorare con  Ernestu Baratta.
Si andava dappertutto: Amantea, Aiello, Serra d'Aiello,  Decollatura, Borgo San Basile, Soveria Mannelli, Gimigliano, Taverna e si arrivava a Sersale, poi si scendeva a Sellia Marina e si rientrava per Catanzaro, Tiriolo. Si partiva ogni giorno. Avevamo due magazzini. Facevamo pure il commercio delle castagne pelate ed avevamo anche una macelleria e un negozio di alimentari.
  Negli anni sessanta  ho incominciato a viaggiare verso il Nord e servivo soprattutto i conflentesi di cui avevo gli indirizzi. Arrivavo sino a Torino e mi fermavo a Settimo Torinese, dove un conflentese, Rolando Aiello, mi aiutava nello smercio della merce.
Ho continuato l'attività sino a pochi anni fa. Ho cessato sia per l'età, sia perché la produzione locale è ormai quasi nulla..

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi piace a sentire ccio lejire cussi in dettagliu tante cose sunu ccussi vivide cumu quannu e statu iari .molto piacente.Grazie.