‘U fìerru ‘e stiru
Uno dei ferri da stiro più tradizionali era ‘u fìerru a
carvùni. Fatto di ghisa o di ferro, aveva un manico di legno sul
coperchio in modo da non bruciarsi le mani. Messo fuoco ai carboni,
si ponevano all’interno del ferro, che per favorire la combustione,
aveva una sequenza di fori lungo la parte inferiore delle pareti.
Per incendiare i carboni, che tendevano a spegnersi i sarti facevano
roteare vorticosamente il loro ferro. Eseguivano questa operazione
fuori dal laboratorio, nella via, sul ballatoio della casa, e
attiravano l’attenzione di tutti, specialmente dei bambini che
credevano di assistere a una magia vedendo che i carboni non cadevano
dal ferro, e inoltre restavano affascinati dalle girandole di
scintille che si sprigionavano nell’aria.
Un altro tipo di ferro tradizionale, costituito da una spessa base
metallica che finiva a punta e s’impugnava da un manico di legno,
funzionava facendolo riscaldare direttamente al forno.
da Vittoria Butera: La magia degli oggetti .
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