venerdì 24 luglio 2015

Il matrimonio truffa



La natura generalmente è perfetta, ma talora si diverte a spaiare le carte. Di solito quando nascono due gemelli ci si aspetta che siano, belli o brutti, uguali; e quasi sempre è così ; ma qualche volta può anche succedere che siano diversi. Nel mio paese quando nacquero Enrico e Rino, dire che fossero diversi è dire poco; erano agli estremi l'uno dell'altro. Poi col passar del tempo le differenze aumentarono ancora: il primo era alto, il secondo basso, quasi nano.
 Castano l'uno; nero l'altro. Di corporatura regolare il primo;  sgraziato e rozzo il secondo. L'inserimento di Enrico nella vita di tutti i giorni fu facile. Tranquillo, sicuro, sin da bambino ebbe buone relazioni con tutti; Rino, sia per il suo carattere, sia per il suo aspetto, incontrò difficoltà crescenti con la gente. Molti lo evitavano e lui, di giorno in giorno, s'incupiva sempre più. Le ragazze lo ignoravano e qualcuna, abbastanza chiaramente, dimostrava di averne paura. Il fratello lo proteggeva e pertanto i ragazzi del paese si abituarono ad accettarlo. Passarono gli anni. I due diventarono grandi. Enrico andò a fare il militare; l'altrò restò a casa perché fu riformato. Non avendo problemi economici, perché in famiglia erano proprietari terrieri, non aveva necessità di lavorare e durante l'assenza del fratello visse quasi completamente segregato in casa. Quando Enrico, rientrò dal servizio militare, decise di sposarsi. E lo fece con una bella ragazza di un paese vicino. Fu allora che le vite dei due fratelli si separarono. Rino dopo aver fatto le sue prime esperienze sessuali con qualche prostituta del luogo cominciò anche lui a pensare di sposarsi. Come era allora l'abitudine nel paese si mandò l'ambasciata in diverse famiglie, ricche e povere, ma le risposte furono sempre negative. Nessuna ragazza aveva intenzione di legarsi a vita con uno che ritenevano, a torto o a ragione, un mostro. Gli stessi risultati si ottennero nei paesi vicini. Tutte, dopo un primo sì, dopo averlo conosciuto, cambiarono idea. La situazione era difficile da risolvere e sembrava che Rino dovesse rassegnarsi a vivere da solo per tutta la sua vita. Furono però tante le insistenze con il fratello che alla fine, questi decise di aiutarlo. Visto che nei dintorni non c'era possibilità di accasarlo, pensò di trovargli la compagna  in un paese lontano. Aveva delle conoscenze in un paese dell'Aspromonte e fingendosi scapolo chiese di conoscere una ragazza da marito. Gliene presentarono una di condizioni economiche abbastanza buone e di bell'aspetto. Cominciò a frequentare la famiglia; parlò della sua buona condizione economica e discusse sulla dote della ragazza. Tutte queste trattative le fece sempre come se fosse stato lui il promesso sposo. E quando bisognò presentare la documentazione presentò quella del fratello. Come avvenne? Non lo so. Certamente, per soldi o amicizia, qualcuno lo aiutò. Il matrimonio si svolse nel paese della ragazza dove ci fu una grande festa. Verso sera, dopo aver salutato amici e parenti, partirono per rientrare  nel paese dello sposo. La distanza da percorrere era lunga ed arrivarono a notte fonda. La sposa si recò a dormire e attese trepidamente l'arrivo del marito. Di tempo ne passò tanto, infine la stanchezza ebbe il sopravvento e si addormentò. Più tardi, avvertì la presenza di qualcuno accanto a sè. In quei tempi non c'era energia elettrica e non ebbe la possibilità di vederlo in viso. Tra l'altro era tanta la sua agitazione per quella prima notte di nozze che preferì non vedere. Il buio, in quel momento per lei era la situazione ideale. L'uomo  si avvicinò e senza tanti preamboli le saltò addosso. Non parlava, ma agiva. Lei avrebbe voluto divincolarsi, alzarsi, ma l'uomo la teneva ferma con forza inaudita. Lo pregò, lo implorò di non farle male, ma quello non le dava ascolto. Per lui era solo un corpo di cui doveva approfittare al più presto. Le sue mani, con grande irruenza, si spostavano dappertutto. Le tolse la bella camicia ricamata che la ragazza aveva avuto in dono per la prima notte di nozze. E lo stesso fece per gli altri indumenti intimi. Quasi con furia selvaggia. Infine cercò di possederla. Per quanto potè la ragazza cercò di resistere, ma era come opporsi a un fiume in piena.
Inutile raccontarvi i particolari. Fu una lotta impari in cui lei dovette soccombere. Certamente non era così che aveva immaginato la sua prima notte di nozze. Non fu un rapporto amoroso, ma una vera e propria violenza sessuale. Infine abituatasi al buio la donna scoprì di avere di fronte un uomo diverso dal presunto marito; lanciò un urlo, ma nessuno venne a soccorerla. L'uomo le disse di stare zitta e le raccontò la vera storia. Le disse che  doveva accettare le cose come stavano. Ed in effetti la donna non potè far niente. Da quella sera visse  quasi segregata in casa. Col tempo la gente fu a conoscenza del fatto, ma nessuno osò parlare.  La povera donna dovette accettare con rassegnazione la sua sorte. Ebbe poi tanti figli e molti di essi furono mandati all'orfanotrofio a Catanzaro. I suoi parenti stretti vennero a sapere della cosa molto tempo dopo. Non mossero un dito per aiutarla, ma quelli erano tempi in cui, liberatisi di una bocca da sfamare, nessuno pensava minimamente di riportarsela in casa.

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