Anche a Conflenti, logicamente, esistevano ed esistono le stesse forme di saluto che si usano in italiano: buongiorno, buonasera ecc. , ma tranne in alcune occasioni ufficiali ( dal dottore, negli uffici ecc.), tra la gente del popolo erano poco usate.
Quando ci s'incontrava al mattino, invece di bona jornata, si preferivano espressioni come: Cumu stai? Duve vai? oppure : o Marì, vai a ra robba? o frasi simili dove il buongiorno era sottinteso.
Nel salutarsi la formula più usata era : statte bona! ne vidimu domani! te salutu!
L'unico saluto abbastanza comune era : bonanotte!
Tra ragazzi c'erano tante espressioni, ma nessuna che corrispondesse a un saluto: minne vaju! vaju a ra casa ...
La formula amichevole del ciao è arrivata negli anni cinquanta del secolo scorso, portata da coloro che erano emigrati nel Nord Italia.
Agli inizi questo saluto era deriso, poi, a poco a poco, tutti l'hanno adottato ed è entrato definitivamente nel nostro dialetto.
Salute! Era un augurio che si formulava quando qualcuno starnutiva.
A ra salute! Era una formula che si usava quando si beveva.
Bomprude! (buon prò) Si diceva a qualcuno che mangiava e beveva.
A qualcuno che partiva si diceva : mu 'u Signure t'accumpagna!
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