Dialetto di Conflenti (CZ), paese calabrese situato nella zona centro-occidentale della regione.
lunedì 28 aprile 2025
mercoledì 16 aprile 2025
La Pasqua della mia infanzia
La Pasqua della mia infanzia (Novecento–anni Cinquanta)
La Pasqua della mia infanzia era un momento speciale, carico di tradizioni e rituali che ancora oggi ricordo con nostalgia. Ogni anno, all'approssimarsi della festa, i ricordi riaffiorano nella mia mente, con gli odori e i sapori del passato. I riti erano un misto di sacro e profano pervaso da un’atmosfera di mistero.
All'epoca, tutti i ragazzi frequentavamo regolarmente la chiesa e partecipavamo con entusiasmo alle celebrazioni, sentendoci parte di qualcosa di più grande. I giorni della Settimana Santa rivivevamo i vari episodi della Passione e della Resurrezione di Cristo. Ci rendevamo disponibili e cercavamo di renderci utili in ogni modo possibile, desiderosi di metterci in mostra davanti a familiari e parenti. Era, in un certo senso, il nostro debutto in società.
Con serietà e impegno, accompagnavamo il prete nelle funzioni, alcune delle quali sembravano interminabili. Ascoltavamo in silenzio il dialogo tra il prete e l’organista, incomprensibile per noi perché in latino. L'incenso bruciato durante le messe impregnava la chiesa per giorni. Ancora oggi, il suo profumo evoca quei ricordi.
Uno dei nostri compiti era di azionare i mantici del vecchio organo per produrre il suono che accompagnava l’organista nei canti. A causa delle nostre deboli forze, la musica che ne risultava era discontinua, con variazioni d’intensità e, talora, interruzioni complete. Occasionalmente, musica e canto coincidevano. Un fenomeno a cui la gente era abituata e non vi faceva più caso.
Durante la Quaresima, statue e immagini venivano coperte con teli e le campane silenziate. Al loro posto si usavano la sonatocca, o a griddrera, uno strumento di legno con una linguetta elastica che girava su una rotella dentata, e la truoccola, un altro strumento in legno con quattro cerchi di ferro. Entrambi producevano un suono crepitante. Noi ragazzi eravamo felici di utilizzarli e di riversarci nelle vie strette e tortuose del paese facendo un gran “casino”. Andavamo sempre in gruppo e ci davamo il cambio.
Il Giovedì Santo, il giorno della lavanda, ci preparavamo meticolosamente per l’avvenimento utilizzando copiosamente acqua e sapone. A volte capitava che un nostro coetaneo, meno avvezzo all’igiene, tentasse di approfittare dell’occasione per farsi togliere lo sporco, vecchio di anni, dal prete, ma questi, per sua sfortuna, passava oltre, ignorandolo.
La Domenica delle Palme arrivavamo in chiesa con grossi rami d’ulivo spogli; qualcuno li decorava con caramelle e cioccolatini, che, naturalmente, nella confusione sparivano. Il luogo sacro non impediva che avvenisse qualche baruffa. Molti dei rami provenivano da furti nei terreni circostanti, ma, per l’occasione, il prete, nella confessione, non indagava sulla provenienza.
Il giorno di Pasqua era una gran festa. Allora la Resurrezione si festeggiava il sabato mattina. Ci vestivamo con biancheria pulita e lucidavamo le scarpe, se le possedevamo, con grasso di maiale. La chiesa, dopo giorni di buio, ritornava luminosa e piena di fiori; durante la messa, era gremita, anche da uomini che abitualmente non la frequentavano. Il prete, per l’occasione, dedicava particolare attenzione all'omelia, seguita in gran silenzio dai presenti.
Durante lo scampanio che annunciava la Resurrezione di Cristo, nell’interno delle case, i bambini venivano sollevati più volte (pinnulijata) per augurare loro una buona crescita. Si faceva un baccano incredibile battendo con mani e bastoni su porte, finestre, casse ecc. e gridando: surici a mare, surici a mare. Nesce ru male e trase ru bene. Questo rituale invocava la buona fortuna.
Nel periodo pasquale le abitudini alimentari cambiavano rispetto al resto dell'anno. La povertà spesso impediva di mangiare ciò che si desiderava, limitando le scelte a ciò che era disponibile. Alcuni, per necessità, praticavano il digiuno non solo il Venerdì Santo, ma tutta la settimana. Tuttavia, credenti e non credenti osservavano l’astinenza del venerdì limitandosi a pasti semplici come bolliti o frittate di verdure che, all’epoca, abbondavano. Ricordo lapriste, cardeddre, vitalba ecc.
Il pranzo di Pasqua includeva un piatto di pasta con ragù di carne. La pasta era generalmente quella grossa tipo ziti o ditali. Noi la chiamavamo maniche ‘e giaccu o cannaruozzi. La carne
di pecora o di capra, detta minuta, comprendeva pezzi di carne di varie parti del corpo degli animali. Si mangiavano anche il capretto e l’agnello. Il tutto era condito con sugo di salsa di pomodoro che sprigionava il suo odore nella casa e dintorni. Naturalmente non mancava il vino di produzione propria o paesana.
Una caratteristica del periodo di Pasqua erano i dolci tradizionali come fraguni, cuzzupe, martini. I fraguni erano piccole torte rotonde, con impasto di pane, ripiene di ricotta o formaggio primo sale, tipiche delle campagne ricche di greggi di pecore e capre.
Le cuzzupe erano preparate con un impasto friabile, modellate a forma di ruote e decorate con intrecci di pasta e confettini colorati, chiamati diavulìeddri. Sulla loro superficie si posizionavano uova bollite, in numero dispari da uno a sette. Da noi come in altre civiltà l’uovo rappresenta l'origine primordiale del mondo. I martini, fatti con lo stesso impasto dei biscotti di latte, avevano la forma di un neonato fasciato con un uovo sulla testa.
In alcune famiglie, poche, si preparavano anche i mustazzuoli con farina e miele, e i buccunotti, che richiedevano un processo lungo e laborioso.
Le donne preparavano i dolci pasquali dopo le Palme, ma si potevano mangiare solo dopo il suono della Gloria.
Il periodo pasquale si concludeva con la benedizione delle case nei giorni seguenti la domenica. Il prete, accompagnato dal sagrestano visitava frettolosamente le case del paese e dalla soglia, dopo aver detto due frasi in latino, aspergeva l’acqua benedetta. Dietro di lui il sagrestano, in un sacco capiente, raccoglieva doni alimentari, soprattutto salumi fatti in casa.
martedì 1 aprile 2025
Fitness
NEWS: a partire da domani 01 Aprile i corsi fitness si sposteranno dalla "casa di Cicco" sita in Piazza Visora alla Palestra Comunale di via Volontari Avis.
La scelta di cambiare location è dovuta solo ed esclusivamente a motivi organizzativi dell'Associazione. Casa di Cicco era un locale momentaneo che è diventato definitivo ma che poco si presta a locale per attività sportive ma più consono per incontri associativi e della comunità.
Desideriamo esprimere un sentito ringraziamento al nostro stimatissimo Don Adamo che ci ha ospitati per oltre tre anni, con il quale continueremo a collaborare con affetto per i cammini “Verso la Madonna della Quercia” che, anche quest’anno, stanno per ripartire.
Il Direttivo
Asd Conflenti Trekking