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Dialetto di Conflenti (CZ), paese calabrese situato nella zona centro-occidentale della regione.
sabato 31 ottobre 2020
giovedì 29 ottobre 2020
All'aria aperta.
Sino agli anni Cinquanta a Conflenti non esistevano, tranne poche eccezioni, gabinetti nell'interno delle case. E allora? Non c'erano molte soluzioni. Le donne utilizzavano l'orinale, in dialetto "pisciaturu", oppure, come qualcuno lo chiamava affettuosamente "u zu Peppe". Lo si teneva, generalmente, nella parte inferiore del comodino ( a colonnetta), vicino al letto. Quand'era colmo, lo si portava in campagna o si versava direttamente nella via. Gli uomini, invece, per compiere i loro bisogni, piccoli o grandi si recavano fuori dalle mura domestiche. Per i "piccoli" non c'era problema: ogni angolo di via era buono allo scopo; per i "grandi" invece si faceva più attenzione e per evitare occhi indiscreti ci si recava in spazi a cielo aperto situati nella periferia del paese, nelle vie che portano al fiume o alle campagne. In dialetto si chiamavano "cacaturi", parola che chiarisce subito la loro funzione. A Conflenti Superiore i più frequentati erano quattro: A timpa e cani, Santu Nicola, a scinnuta d'u jume ( chianiettu) a via de l'acquidottu (o d'u canale). La scelta avveniva secondo l'urgenza o la vicinanza. Se c'era qualcuno che attraversava il paese con grande fretta, si sapeva già la destinazione. In questi luoghi bisognava muoversi con attenzione, come in un campo minato, per evitare d'inciampare nei "ricordini" freschi o d'annata lasciati dai precedenti visitatori. Ci si andava da soli o in compagnia e in quest'ultimo caso, nell'attesa di alleggerirsi, si avviava una conversazione col vicino. La pulizia finale? Immaginatela! Allora la carta igienica non era ancora in commercio, la carta scarseggiava e si utilizzavano foglie d'alberi o d'arbusti. Qualche volta nell'insieme di foglie ce n'era qualcuna d'ortica e allora per il povero malcapitato erano dolori. Sporchi? No, figli dell'epoca.
lunedì 26 ottobre 2020
sabato 24 ottobre 2020
giovedì 22 ottobre 2020
martedì 20 ottobre 2020
domenica 18 ottobre 2020
venerdì 16 ottobre 2020
giovedì 15 ottobre 2020
martedì 13 ottobre 2020
uva passula
era l'uva che si appendeva al soffitto per farla appassire e mangiarla a Natale. (uva passa)
domenica 11 ottobre 2020
Poesia popolare.
Acelluzzu chi vuoli ppe lli mari
Salutimila la gnura cummari
Salutami la fimmina cchiù bella
Chi tene ncapu tuppu e zagarella;
Salutamila chilla ch'è cchiù brutta
Chi tene lu tuppu e la capu rutta
giovedì 8 ottobre 2020
mercoledì 7 ottobre 2020
lunedì 5 ottobre 2020
sabato 3 ottobre 2020
Per Teresa
o Tire' iu t'avia dittu mu te stave attenta
ma tu cumu sempre ha' fattu e capu tue
mo ciangi e te dispieri e un sai chi fare
ed iu und'aiu cunzigli e te dunare.
Chi t'aju e dire?
e cirasa su bone e duci assai,
ma certe vote u cuocciu te rimane.
Mo tenetilu e ngliuttetilu sanu.
Tirè! su' cazzi tue !
venerdì 2 ottobre 2020
Festa dei nonni.
Su passati l'anni e simu diventati nanni e catananni, ma chi gioia quannu c'è nu nipute chi t'abbrazza.