Domenica e nei giorni di festa i contadini scendevano a valle, nel paese. Da soli o con la famiglia, a piedi o a dorso di asino. All'entrata del paese espletavano le operazioni di rito: mettevano le scarpe nuove e cambiavano vestito. Poi si dirigevano verso la chiesa di loro gradimento: San Nicola o il Santuario. Dopo aver partecipato diligentemente alla messa, uscivano e facevano il giro dei negozi per fare la spesa per tutta una settimana. Compravano soprattutto quei generi alimentari che nelle loro zone era difficile trovare: zucchero, pasta ecc. E i loro acquisti mantenevano in vita i negozi conflentesi che, all'epoca, erano numerosi. Il ritorno era un po' diverso per gli uomini e le donne. A quest'ultime toccava il compito di portare a casa gli acquisti fatti e certamente non era un compito facile. Rientravano quindi per prime. Gli uomini, soprattutto i giovani, si concedevano una pausa nelle “cantine” del paese che, stranamente (?), si trovavano nelle vie d'uscita. Un fiasco di vino, qualche lupino e un mazzo di carte li occupavano per un po' di tempo e poi, un po' brilli, facevano ritorno a casa. Il vino, la stanchezza rendevano il percorso del ritorno più lungo, ma dopo una settimana di duro lavoro ognuno di loro era felice di essersi concesso una piccola trasgressione.
tanta gente unciavia mancu nu maccaturu muse stuiava u nasu ,e zerte vote mancu nu cappottiadu mute cumegliave a gammuzze chire trempe trempe , tanti de nue nnelamu passata niura . si ntoni chiddu catu ai scrittu era tutta verita de iuarni dena vota [giorni passati].me vugliu sperare ca nisciunu fa chiddu cavimu fhattu nu tanti anni fha .jiuarni niuri . bona salute e bon natale e te con tutti i tuoi cari do canada.ciau.
RispondiEliminaBuon Natale anche a te e alla tua famiglia.
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