mercoledì 30 marzo 2016

Ce n'è di paesani

Ce n'è di paesani

Ce n'è

di reste d'agli

nelle case,

di cartucciere

e di madonne appese.

 

Ce n'è di donne

scalze senza pane

a raccogliere frasche

a vendemmiare.
 
Ce n'è di gente

che zappa e non parla

perché pensa

a un'annata migliore.

 

Qui tutto

è come prima,

tranne i morti.




Ce n'è

di caporioni

sotto il sole,

di fichidindia

e pistole lucenti,

 

ce n'è di ulivi

bruciati nella notte

fucilate

a finestre e balconi.

 

Cantano

tutti i galli

aurore e carabinieri.

Soltanto i morti

non hanno pensieri.

 

Ce n'è

di lupi

e padroni

in collina,

ce n'è

di commissioni,

progetti di strade,

e piove,

passano inverni

e parole.

 

Qui tutto

è come prima,

come prima dell'acqua

e delle capre.

 

Ce n'è

di lettere di parroci

per Roma,

di passaporti

sogni americani.

 

Ce n'è

di paesani

per il mondo,

tutti padri e fratelli

alla ventura,

così la bocca

non puzza di cipolla.

 

Qui tutto

è come prima,

tranne voi,

onorevoli,

governatori,

voi, amici,

Leonardi da Vinci

della Cassa del Mezzogiorno.

 

(da La rosa nel bicchiere e altre poesie, Ed. Qualecultura – 1994) Franco Costabile


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