martedì 8 gennaio 2013

Agricoltura nel catanzarese fine ottocento

" Non è da meravigliare se noi altri in Calabria non abbiamo fatto che brevissimo cammino sulla via del progresso agricolo e se siamo tuttavia dominati dall'empirismo e dal fatalismo nella cultura dei nostri campi.


Perciò nessun miglioramento possiamo segnalare nei metodi di coltivazione agraria e molto meno negli strumenti di lavoro; è da molti anni che si sono introdotti gli aratri vangatori e sistemi diversi di aratro, ma nell'applicazione non hanno trovato entusiasti, che anzi, sia per il raddoppiamenti dei buoi per adoperarli, sia per la natura argillosa dei terreni atti a  cereali, e sia per la mancata costanza e la mancata fede in chi avrebbe dovuto adoperarli, i nuovi aratri sono rimasti una teoria e i campi si lavorano con gli aratri primitivi"

Marincola relazione   di Filippo Marincola S. Floro, Catanzaro 1896 - pag 46 . citato da V. Villella  in inontri meridionali  1995 - pag 249

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi piace tanto a udire queste persone parlare del modo che i campi sono lavorati e che la fortuna di qualche modo li a traditi o che ci dovrebbe essere un migliore modo di coltivare i campi o meglio che il mondo dovrebbre girare a comodo l'oro molto spiacente . io mi ricordo mio padre a svegliarci alle quattro e mezza di mattina e qualche volta erano le dieci di notte e noi ancoro eravamo nei campi a sudare e qualche volta non ci rimaneva la forza di lavarci prima che si andava a dormire e per dirti la verita sarebbe stato bello se noi avessimo avuto nu paio di buoi o di mucche caro amico mio e le tue modi di parlare e lamentare .per 31 anni o dovuto lavore due lavori di 16 ore al giorno percio non parlre del modo che il progresso non e arrivato sotto il tuo dominione qualche giorno arriva ma forse e male per la tua salute