lunedì 18 aprile 2011

Giovedì Santo a Nocera Terinese

A Nocera, la sera della Cena, davanti all' Altare Maggiore, siedono su delle panche dodici persone di età diverse. Rappresentano i dodici Apostoli. Portano un lungo camice bianco, cinto alla vita da un cordone rosso oppure azzurro. Sul capo mettono una corona di sparacogna, un' erba spinosa che cresce nelle zone poco soleggiate. L' abbigliamento degli Apostoli è uguale a quello dei portantini della Madonna nelle processioni del Venerdì Santo sera e del Sabato Santo.

Durante la messa, al termine dell' omelia, il sacerdote procede alla simbolica e tanto attesa funzione della lavanda dei piedi. Così come fece Gesù, con brocca e asciugamano, s' inchina davanti ad ogni singolo Apostolo e, dopo aver versato un po' d'acqua e averla asciugata, bacia il piede appena "lavato".
E' questo il momento più seguito della cerimonia. In molti si accalcano per vedere il bacio, in quanto in esso riscontrano connotazioni per certi versi spettacolari (ed anche comiche, in quanto un personaggio di rilievo come il sacerdote del paese, si ritrova a compiere un atto di sottomissione nei confronti di qualche altro personaggio con poca credibilità sociale e culturale). Fino ad una quindicina d'anni fa, in questo frangente, in tanti si accalcavano per riprendere la scena. Ma per la ressa, per questa attenzione tutta particolare che si creava e per il presupposto che in chiesa è doveroso tenere in qualsiasi circostanza un comportamento improntato alla massima compostezza, il sacerdote proibì l'uso di attrezzature fotocinematografiche.
Dopo la Comunione dei fedeli, nella navata si svolge una breve processione per riporre l'Ostia Consacrata sull'Altare della Reposizione ubicato nella Cappella del Sacramento.
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Nella chiesa si alza secco l'accompagnamento del "crotalo", in dialetto nocerese trocca o trocolla, che sostituisce il suono delle campane che restano silenziose in segno di rispetto e di lutto.
Al termine della Messa, in sacrestia, il sacerdote regala agli Apostoli i tortani, pani benedetti di buon spessore, come grandi ciambelle.
Tempo fa, quando a Nocera vi erano più parroci, il pane era offerto a turno dalle varie parrocchie. Era uso, inoltre, offrirlo alle varie Autorità, con l'aggiunta di dolci e liquori.
Dopo la Cena si asportano dagli altari i paramenti sacri e si coprono con stole viola, in segno di lutto le immagini raffiguranti il Crocifisso.
Fuori dalla chiesa, poi, la gente si sofferma a parlare. Con gli Apostoli che spezzano un po' del pane benedetto e lo regalano di spontanea volontà a qualche amico o parente o a chi ne fa richiesta. Quel pane entra in tante case di Nocera, e per molti riceverne un piccolo pezzo è come averlo direttamente dal Cielo.
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- Testo tratto dal libro "I giorni delle emozioni" di Adriano Macchione - ed. Città del Sole - Reggio Calabria (2001).

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